24: Prometeo

Titolo dell'opera:   

Autore:  

Datazione: 1493

Collocazione: Hartman Schedel, Liber Chronicarum, Norimberga 1493, fol. XXVIII

Committenza: 

Tipologia: illustrazione

Tecnica: incisione xilografica

Soggetto principale: Prometeo inventore del primo anello

Soggetto secondario: 

Personaggi: Prometeo

Attributi: anello (Prometeo)

Contesto:  

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Raggio O., The Myth of Prometheus. Its survival and metamorphoses up to the eighteenth century, in “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes”, 21, 1958, p. 53; Conticelli V., Prometeo, natura e il genio sulla volta dello Stanzino di Francesco I: fonti letterarie, iconografiche e alchemiche, in “Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz”, 46, 2004, pp. 323-327.

Annotazioni redazionali: La xilografia, contenuta nel Liber Chronicarum di Hartman Schedel e datata al 1493, è una delle rarissime rappresentazioni di Prometeo come inventore del primo anello, tanto che la Raggio (1958) ritiene che possa trattarsi di una tradizione tipicamente nordica. Il Titano, riconoscibile con certezza per mezzo dell’iscrizione a caratteri gotici, è raffigurato a mezzo busto, privo della tradizionale barba; il suo abbigliamento lo connota come magister scholae - abbigliamento che si ritrova in un’incisione che illustra le Tusculane Disputationes di Cicerone (Promfc17); Cfr. scheda opera 27 - a sottolineare la saggezza propria del personaggio sin dall’età classica. In una mano, in bella mostra, stringe un anello con incastonata una grande pietra e per sottolinearne ulteriormente l’importanza lo indica con l’altra. Il gioiello è il simbolo della sua avvenuta liberazione, secondo una variante del mito di origine romana, ripresa in epoca medioevale. Ma se per Igino (Promfc28) la scelta di portare l’anello deriva dalla volontà di Giove che non poteva dimenticare di aver condannato Prometeo ad un castigo eterno, sebbene lo avesse liberato poiché gli aveva svelato il segreto sulla fine del suo regno, Plinio il Vecchio (Promfc22) assegna esclusivamente al Titano l’invenzione del nuovo monile, realizzato con le catene forgiate da Vulcano ed una pietra del monte Caucaso. È la variante di Plinio ad essere ripresa in epoca medioevale poiché consentiva di ricondurre l’agire prometeico ad un contesto prettamente umano, legato ai personaggi illustri e ai grandi benefattori dell’umanità; così infatti ne parlano Isidoro di Siviglia nelle Etymologiae (Promfm03), Petrus Comestor nella Historia scholastica (Promfm08) e Polidoro Virgilio da Urbino, nel De Inventoribus libri, edito a Venezia nel 1499 (Promfr05).

Silvia Trisciuzzi