20: Prometeo

Titolo dell'opera:   

Autore:  

Datazione: 1375-1400

Collocazione: Ovide moralisé, Parigi, Bibliothèque National, Ms.  fr. 871, fol. 1

Committenza: 

Tipologia: illustrazione

Tecnica: miniatura

Soggetto principale: la creazione dell’universo

Soggetto secondario: Prometeo anima Adamo

Personaggi: Dio Padre, Prometeo, Adamo, Eva

Attributi: aureola cruciforme (Dio Padre); barba, torcia accesa, Adamo (Prometeo); nudità, sonno (Adamo); nudità (Eva)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Raggio O., The Myth of Prometheus. Its survival and metamorphoses up to the eighteenth century, in “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes”, 21, 1958, pp. 49-50; Arasse D., Michel-Ange et l’index de Moïse, in Le sujet dans le tableu, Flammarion, Paris 2006, p. 166

Annotazioni redazionali: La miniatura fa parte del corredo illustrativo di un manoscritto contenente l’Ovide moralisé (Promfm12) conservato alla Bibliothèque National di Parigi; la scena è suddivisa in quattro riquadri che narrano la creazione dell’universo secondo la successione degli eventi narrata dalla Genesi. In alto a sinistra infatti si vede Dio Padre, riconoscibile per mezzo di un’aureola cruciforme, che dà inizio alla sua opera creatrice separando le tenebre dalla luce e le acque dalla terra ferma – la didascalia infatti indica significativamente il termine chaos - caratterizzata in questo caso da una formazione rocciosa sulla sinistra e da un albero sulla destra, ad indicare i frutti della terra. Nel secondo riquadro, lo spazio, scandito tra terra ed acqua, è interamente occupato dagli esseri viventi successivamente creati: gli uccelli che popolano i cieli sulla sinistra, gli animali domestici e selvatici, tra i quali si trova anche un immaginario unicorno, sulla destra, ed al centro numerosi pesci che nuotano in uno specchio d’acqua. Sullo sfondo a sinistra, un’abitazione sta ad indicare il ruolo dell’uomo come amministratore del creato, l’unico in grado di intervenire su di esso perché dotato di ragione, come è sottolineato nel testo stesso dell’Ovide moralisé. In basso a sinistra, il terzo riquadro illustra la creazione del primo uomo ad opera di Prometeo, come segnala la didascalia. L’ambientazione della scena indica un mondo ormai definito nei suoi paesaggi: sulla sinistra uno sperone roccioso in cui è singolarmente radicato un albero verde, sulla destra un prato fiorito in cui si trovano alberi carichi di frutta. Al centro, Prometeo, sulla testa una sorta di turbante orientale – la medesima connotazione orientaleggiante si trova nella miniatura che illustra il codice Ms. 742 conservato a Lione; Cfr. scheda opera 19 -, avvicina ad un uomo disteso, evidentemente Adamo data la connotazione biblica dell’intera miniatura, una torcia accesa. L’uomo, di cui il Titano tiene la mano destra, è steso al suolo con gli occhi socchiusi e il corpo rigido ad indicare che l’animazione non è ancora avvenuta (particolare già presente in alcuni sarcofagi romani, Cfr. scheda opera 13, scheda opera 14scheda opera 15). L’ultimo riquadro infine mostra, in un paesaggio roccioso, ma caratterizzato dalla presenza di fiori ed alberi da frutto, Dio Padre che crea Eva dalla costola di Adamo addormentato al suolo. La presenza di Prometeo all’interno di una rappresentazione dal chiaro contenuto biblico è il segnale dell’avvenuta cristianizzazione del mito nell’epoca medioevale, la quale predilesse, per evidenti affinità tematiche con la Bibbia, l’episodio della creazione del primo uomo rispetto agli altri momenti della favola mitica, tanto da utilizzare l’iconografia di Prometeo anche in contesti propriamente religiosi. In questo contesto di cristianizzazione del mito ha un ruolo significativo proprio l’Ovide moralisé, testo che la miniatura correda, in cui il furto del fuoco dal carro del Sole ad opera del Titano, per animare l’uomo da lui stesso creato, è interpretato come una prefigurazione delle verità di fede cristiane - per la questione del furto del fuoco per animare il primo uomo creato  in relazione alle fonti letterarie significative per il Medio Evo Cfr. scheda opera 19.

Silvia Trisciuzzi