
Titolo dell’opera: Argo ucciso da Mercurio
Autore: Bernard Salomon
Datazione: 1557
Collocazione: Bernard Salomon La Metamorphose d’Ovide figurèe, Lyon 1557, p. 4
Tipologia: incisione
Tecnica: xilografia
Soggetto principale: Mercurio taglia la testa ad Argo
Soggetto secondario: Giunone pone gli occhi di Argo sulla coda del pavone; Io fugge.
Personaggi: Mercurio, Argo, Giunone, Io-giovenca.
Attributi: elmo alato, spada, flauto (Mercurio); testa cosparsa d’occhi, testa tagliata, bastone (Argo); pavone (Giunone)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni: Virgil Solis, Mercurio addormenta Argo, ne La Metamorphose d’Ovide figurèe, par Jean de Tournes, Lyon 1563 (Cfr. scheda opera 24)
Immagini: http://etext.virginia.edu/latin/ovid/vasal1557/0034_b3r.html
Bibliografia: Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni editore, Roma 1997, pp. 213, 225
Annotazioni redazionali: Per l’introduzione storica vedi scheda opera 21. La rappresentazione dell’episodio con la decapitazione di Argo è fedele alla narrazione ovidiana, ma straordinariamente sintetica: non solo vi è rappresentato Mercurio, con il flauto legato in vita, che tiene in mano la testa di Argo appena tagliata e cosparsa d’occhi, ma sullo sfondo compare anche Giunone intenta a porre gli occhi del pastore sulla coda del pavone, che tra l’altro diverrà un attributo della dea; a destra di Mercurio, Io-giovenca che scappa dalla prigionia. Quest’ultima, inoltre, appare stranamente magra, forse per un’ulteriore attenzione al testo originale in cui si narra che tra i maltrattamenti inflittigli dal pastore c’era anche quello di somministrarle del pessimo cibo (Met. I, vv.630-632). Un elemento discorde rispetto alla narrazione di Ovidio è l’elmo alato indossato da Mercurio, coerentemente con la xilografia immediatamente precedente (Cfr. scheda opera 21): il dio infatti, prima di avvicinarsi ad Argo, depone calzari ed elmo con l’intento di sembrare un pastore (Met. I, vv.675-677). La capacità di sintetizzare più momenti di un mito in un’unica soluzione, è una delle caratteristiche dell’opera di Salomon e permette di visualizzare delle unità narrative autonome e perfettamente comprensibili. Tale particolarità rende le incisioni più semplici e comprensibili.
Francesca Pagliaro