Titolo dell’opera: Argo
Autore: Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino (1465-1530)
Datazione: 1490-93 ca.
Collocazione: Milano, Castello Sforzesco, Rocchetta
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Argo
Soggetto secondario:
Personaggi: Argo
Attributi: clava
Contesto: corridoio scorciato
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Berenson B., Italian Pictures of the renaissance. Central and italian north school, Phaidon, London 1968, vol. I, p. 6; Zuffi S., I Musei del Castello Sforzesco di Milano, Electa, Milano 1995, pp. 12-13; Bramantino e Bramante pittori, Rizzoli, Milano 1978, pp. 87-88; Suida W., Bramante pittore e il Bramantino, Ceschina, Milano 1953
Annotazioni Redazionali: l’affresco, che si trova sopra la porta che collega la sala e la saletta del tesoro nella Rocchetta del Castello Sforzesco, fu ricoperto dall’intonaco già nel 1498-99 in occasione della costruzione della volta della sala. Fu proprio grazie a questo intervento che la figura acefala, identificata con Argo, si presentò quasi intatta al momento del suo rinvenimento, nel 1893. Nonostante i due tondi in finto rilievo, dipinti sui piedistalli ai suoi lati, raffigurino due episodi relativi al mito di Argo (Mercurio e Argo addormentato e Mercurio che uccide Argo) e nonostante i due pavoni ai lati dei piedistalli si riferiscano chiaramente al mito e ancora, sulla cornice ai piedi dei tondi una frase oggi non più leggibile, ma ricostruita, diceva: “Quod deus abtulerat tot lumina reddidi Argo/ Pervigil anguigerae servet ut arcis opes”, ci furono e ci sono ancora molti dubbi sull’identificazione della figura con Argo. Il problema non sta nel semplice riconoscimento che, per i motivi sopraelencati, si presenta piuttosto scontato, quanto nel motivare la scelta di affidare proprio a un guardiano fallimentare le ricchezze del castello. Di fronte a una tale incongruenza sono state proposte diverse letture. Una, in particolare, sposta l’identificazione su Giano, mitico fondatore di Milano e quindi tutore delle fortune della città. Altro problema riguarda la paternità dell’affresco. Al momento della scoperta fu assegnato a Leonardo e in seguito a Bramante (Suida, 1953). L’ipotesi più credibile resta però quella di un ruolo da progettatore generale per il Bramante e di realizzatore per il Bramantino.
Francesca Pagliaro