06: Mercurio e Argo

Titolo dell’opera: Ermes, Argo, Io

Autore:

Datazione: fine II sec. a.C.

Collocazione: Napoli, Museo Nazionale

Committenza:

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Ermes porge la siringa ad Argo che custodisce Io

Soggetto secondario:

Personaggi: Io, Argo, Ermes

Attributi: corna, giovenca (Io); caduceo, calzari alati, clamide, siringa (Ermes); bastone (Argo)

Contesto: paesaggio montuoso

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: 

Bibliografia: Rizzo E.G., La pittura ellenistico-romana, Treves, Milano 1939, pp. 45-47; Schefold K., Pompejanische Malerei: Sinn und Ideengeschichte, Benno Schwabe & Co., Basel 1952, p. 60-61; Thompson M.L., Programmatic painting in Pompeii: the meaningful combination of mythological pictures in room decoration, University Microfilms International, Ann Arbor 1984, p. 87; Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis-Verlag, Zurigo-Monaco 1992, vol. V, 1 sub voce Io, p. 667

Annotazioni Redazionali: Questo affresco, conservato al Museo Nazionale di Napoli, proviene dal Tempio di Iside a Pompei e più precisamente dalla stanza chiamata ekklesiasterion, dove si tenevano funzioni pubbliche e pasti cerimoniali. Esso comprende, a partire da sinistra: Io, con le corna, e, vicino, una giovenca a simboleggiarne la futura trasformazione; Ermes nell’atto di mostrare la siringa ad Argo e Argo nudo col bastone da pastore. Nella stessa stanza, sulle pareti contigue, ci sono altre due scene del mito: l’arrivo di Io in Egitto e un paesaggio col santuario di Iside. Secondo l’analisi di Rizzo, questi affreschi sarebbero copie di dipinti originali alessandrini che forse adornavano un santuario della stessa divinità. Rispetto all’affresco con lo stesso episodio presente nella Casa di Livia, (Cfr. scheda opera 08) la scena è sicuramente più idilliaca e meno dinamica e, se la consideriamo correlata con gli affreschi vicini, ne deriva un’impressione di valore simbolico, che è poi l’ipotesi avanzata da Schefold e ripresa da Thompson. Essi, infatti, analizzano i quattro stili della pittura romana e pompeiana dal punto di vista allegorico e religioso. Nell’affresco con Io, Ermes ad Argo, la connessione tra la funzione del luogo e gli affreschi richiamanti la divinità egizia Iside, ci ricondurrebbe facilmente al suo culto misterico. In ogni caso la versione del mito è quella tradizionale, ma con l’eccezione di Io che non è rappresentata come giovenca per le tendenze di verosimiglianza che caratterizzano gli affreschi di epoca ellenistica.

Francesca Pagliaro