02: Mercurio e Argo

Titolo dell’opera: La morte di Argo

Autore: pittore di Eucharides

Datazione: 480 a.C.

Collocazione: Amburgo, Museum for Kunst                  

Committenza:

Tipologia: anfora attica

Tecnica: pittura a figure rosse

Soggetto principale: Mercurio uccide Argo

Soggetto secondario:

Personaggi: Mercurio, Argo, Io

Attributi: petaso, spada (Mercurio); nudità, occhi su tutto il corpo (Argo)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.beazley.ox.ac.uk/CGPrograms/Dict/ASP/OpenDictionary.asp?name=Argos.html

http://www.beazley.ox.ac.uk/CGPrograms/Dict/ASP/OpenDictionary.asp?name=Argos.htmlBibliografia:  Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis Verlag, Zurigo-Monaco 1992, vol. V, 1 sub voce Io, pag.665; Hard R., Routledge Handbook of Greek Mithology, Routledge, London and New York 2004, pp. 228-231

Annotazioni Redazionali:  Si tratta di un’anfora attica con la rappresentazione del momento in cui Ermes sta per uccidere Argo; perfetto esempio del modo canonico in cui il mito verrà generalmente rappresentato nelle pitture vascolari di epoca classica. La scena è così articolata: Ermes è colto nell’atto di colpire Argo con la spada ed il pastore, con Io alle spalla, è già a terra con la mano alzata per proteggersi. Confrontandolo con altre rappresentazioni del mito (Cfr. scheda opera 01 e scheda opera 03) notiamo che questa versione non è altro che la sintesi di quelle precedenti. A parte Io, che continuerà ad essere rappresentata accanto ad Ermes ed Argo, tutti gli altri personaggi, come Zeus, Giunone o le sacerdotesse, verranno generalmente tralasciati, o compariranno più con valore di “corredo” che per partecipare attivamente alla scena. Il fulcro della scena sarà dunque lo scontro dinamico trai due. Bisogna ricordare che, prima di Ovidio, le fonti raccontano esclusivamente che Ermes uccise Argo Panoptes (che tutto vede) e non che lo addormentò al suono della siringa (Argfc01), perciò il perno della storia era il momento in cui il dio uccideva il pastore con una spada o, come riporterà Apollodoro (Argfc04), con una pietra. Da lì in poi Ermes verrà detto Argifonte. Un’ ulteriore differenza riguarda gli occhi di Argo: Ovidio dirà che avrà occhi su tutta la testa e non sul corpo (Met I, vv. 625-626), mentre le fonti precedenti parleranno di cento occhi, senza specificare come e dove fossero disposti (Argfc02). La conseguenza fu la libera interpretazione che passa dalla rappresentazione come essere bifronte (Cfr. scheda opera 01), fino alla più diffusa scelta di dargli un volto umano e un corpo normale costellato d’occhi. (per un esempio identico si veda la scheda pera 04)

Francesca Pagliaro