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Gabriel Symeoni, La vita et metamorphoses d’Ovidio   

 

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Giunon dubbiosa del seguito inganno,

Par che la vacca in don da Giove prenda,

Et d’essa ad Argo dia tutto l’affanno,

Che con cento occhi aperti la difenda.

Ma Giove sotto vile e rozzo panno

Fa che Mercurio presso ad Argo scenda,

L’addormenti col suono, et quello ucciso,

la vacca furi, e ‘l simulato viso

 

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(.....)

 

19

Tosto che gli occhi vidde ad Argo chiusi

Di Maia il figlio, gli levò il collo,

Così restaro i suoi pensier delusi,

Ne il desio di Giunon manco satollo.

Che dolente non sa qual vendetta usi,

o ristori il pastor, che non da crollo,

Pur fatta di tanti occhi l’unione,

N’ornò la coda al suo gentil pagone.