Titolo dell'opera: Giove e Licaone
Autore: Pietro Paolo Rubens
Datazione: 1636
Collocazione: Madrid, Museo del Prado
Committenza: Cardinale Infante Ferdinando, fratello di Filippo IV
Tipologia: dipinto (bozzetto)
Tecnica: olio su tela (20,7 x 15,7 cm)
Soggetto principale: Licaone trasformato in lupo da Giove
Soggetto secondario:
Personaggi: Giove, Licaone
Attributi: aquila con fulmini tra gli artigli, ira (Giove); testa di lupo (Licaone)
Contesto: interno con tavola imbandita. Sul fondo si intravede un arco
Precedenti:
Derivazioni: dipinto di Jan Cossiers (Cfr. scheda opera 13)
Immagini:
Bibliografia: Pigler A., Barockethemen, Akademiai Kiadò, Budapest 1974, II, pp. 165-166; Alpers S., The Decoration of Torre de la Parada, IX, Arcade, Brussels 1971; Held J.J., The oil sketches of Peter Paul Rubens, Princeton University Press, Princeton 1980, p. 285; Jaffè M., Rubens, Rizzoli, Milano 1980, p. 360; Diaz Padròn M., El Siglo de Rubens en el Museo del Prado, Editorial Prensa Ibèrica, Barcellona 1995, pp. 374-375
Annotazioni redazionali: Rubens rappresenta il momento in cui Giove adirato con Licaone per avergli presentato un banchetto imbandito con carne umana. Giove di profilo con il braccio allungato verso Licaone ha gia compiuto la trasformazione, Licaone infatti con la testa di lupo si è alzato dalla tavola e si allontanando. La tradizione letteraria con Ovidio racconta che Giove scese sulla terra in forma umana per accertarsi della malvagità degli uomini, avendogli Licaone, tiranno d’Arcadia offerto in pasto carne umana, Giove lo tramutò in lupo. La metamorfosi, come dice Ovidio, avvenne nel bosco dove Licaone si era rifugiato per sfuggire l’ira di Giove il quale intanto aveva bruciato con un fulmine la sua reggia. Rubens focalizza l’attenzione sull’ira di Giove contro Licaone e la trasformazione avviene all’interno della reggia. La Alpers ha messo in evidenza come le fonti iconografiche di cui si serve Rubens per rappresentare le storie mitiche all’interno della Torre de La Parada siano le xilografie di Bernard Salomon contenute nell’Ovidè Metamorphosè edito a Lione nel 1557, quelle anonime del 1582, le incisione del Tempesta del 1606 e le xilografie eseguite da Salomon Savery su invenzione di Franz Cleyn edite a Londra nel 1632. Nel 1535-36 Filippo Iv di Spagna fece costruire un padiglionre di caccia a circa 9 miglia da Madrid sulla sommità della collina del parco che includeva una torre di avvistamento. La commissione principale delle scene fu affidata a Rubens tramite il fratello del re il cardinale Ferdinando la cui lettera datata 20 novembre 1636 a Filippo IV conferma che il lavoro a quell’epoca era già stato avviato nello studio del pittore di Anversa. Per questo bozzetto dobbiamo escludere l’influenza del Tempesta il quale non ha trattato questo episodio. A differenza delle xilografie dei testi di Lione del 1557 (Cfr. scheda opera 04) e di Leipzig del 1582 (Cfr. scheda opera 08), la Alpers sottolinea il fatto che la fonte più vicina sia la xilografia contenuta nell’edizione inglese del 1632 (Cfr. scheda opera 11)”only Sandy’s edition renders the passions of the gods and men of miths with any of the subtely and inventiveness we find in Rubens”. La Alpers ha fatto molto ipotesi- per ora senza risultati certi - su quale edizione fosse posseduta dal pittore; è stata infatti trovata nel libro dei conti di Moretus una lettera in cui si dice che un’edizione delle Metamorfosi è stato acquistata da Rubens, mentre questi lavorava alla Torre de La Parada, ma non si specifica quale.
Giovanna La Padula