06: Giove e Licaone

Titolo dell'opera: Giove e Licaone

Autore: Lelio Orsi

Datazione: 1560 ca.

Collocazione: Milano, Collezione Dubini Hoepli

Committenza:

Tipologia: disegno

Tecnica: penna e acquerello grigio, rialzato a biacca su carta nocciola, tracce di quadrettatura in gesso nero; lacuna nell’angolo superiore; controfondato; (164 x 377 mm)

Soggetto principale: Licaone trasformato in lupo da Giove

Soggetto secondario:

Personaggi: Giove, Licaone, Uomini

Attributi: ira (Giove); testa di lupo (Licaone)

Contesto: interno classicheggiante di un palazzo; sulla destra si intravede un paesaggio boschivo

Precedenti: 

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Finarte, Catalogo vendita, Milano 21-22 Aprile 1975, lotto 29; Monducci E.- Pirondini M. (a cura di), Lelio Orsi 1511-1587. Dipinti e disegni, catalogo della mostra (Reggio Emilia 5 Dicembre 1987- 30 Gennaio 1988), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 1988, p. 117, n. 104

Annotazioni redazionali: il disegno è apparso all’asta Finarte dell’Aprile del 1975 con la corretta attribuzione a Lelio Orsi. Il rapporto con il michelangiolismo riformato di Daniele di Volterra e con i recuperi polidoreschi di Perin del Vaga e Taddeo Zuccari sono evidenti nel ritmo pausato da alberi e architetture classiche nel disegno. In questo disegno si manifesta infatti l’interesse che si andrà via via approfondendo, per le  desunzioni romane caricate di realismo nordico di Marten Van Heemskerk. Il tema dei disegni aveva un significato ermetico, Apollo raffigura l’oro, vulcano l’alchimista, mentre l’episodio di Licaone tratto dal I libro delle metamorfosi di Ovidio è caricato di significati reconditi legati all’esoterismo. Narra Ovidio che Giove sceso sulla terra  sotto forma umana per rendersi conto della malvagità degli uomini si reca alla reggia di Licaone, re degli Arcadi. Giove fa in modo che gli uomini lo riconoscano, ma Licaone volendo provarne la divinità imbandisce un banchetto a base di carne umana. Giove, allora adiratosi scaglia un fulmine contro la sua casa e trasforma Licaone in un lupo. Tornato sull’Olimpo il padre degli dei decide la distruzione del genere umano e scatena un diluvio. Deucalione e Pirra sono gli unici superstiti e si rivolgono all’oracolo di Themis e dopo aver udito il responso, iniziano a tirare dietro le loro spalle dei sassi. Dai sassi nasceranno gli uomini. La terra in seguito genererà gli animali ma anche dei mostri tra i quali pitone che verrà ucciso da Apollo. Il disegno è diviso in tre parti, a sinistra Giove in primo piano si sta scagliando con violenza su Licaone che le braccia alzate e sta fuggendo. La trasformazione in lupo però è quasi compiuta. Al centro un uomo alza il bastone per colpirne un altro sdraiato per terra con le braccia alzate per difendersi. Questa parte del disegno potrebbe rappresentare il momento in cui l’ostaggio Molosso viene ucciso per imbandire il banchetto di Licaone. Apollodoro racconta che furono i figli di Licaone ad uccidere un uomo per farlo mangiare a Giove. In si racconta che ad essere sacrificato fu il figlio minore di Licaone, Nittimo il quale però venne ricomposto da Giove.  L’incisione tratta dall’edizione di Agostini (Cfr. scheda opera 01) del 1522 mostra il momento della cottura dell’ostaggio molosso, mentre al centro vediamo Giove adirato con Licaone quando si accorge che la carne offertagli è umana. Anche la xilografia è divisa in tre parti.

                                                                   Giovanna La Padula