03: Giove e Licaone

Titolo dell'opera: Giove e Licaone

Autore: Lelio Orsi (1511-1587)

Datazione: 1550 ca

Collocazione: Modena, Galleria Estense; già Rocca di Novellara

Committenza: Costanza d’Este

Tipologia: dipinto

Tecnica: affresco staccato e riportato su massello di gesso (39 x 52 cm)

Soggetto principale: Licaone trasformato in lupo da Giove

Soggetto secondario:

Personaggi: Giove, Licaone

Attributi: fulmine, ira, tavola rovesciata (Giove); testa di lupo (Licaone)

Contesto: loggia. In secondo piano un paesaggio roccioso e sul piano di fondo si nota una costruzione circolare

Precedenti: 

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Villanti M.R., Ricostruzione di un ciclo di affreschi, in "Arte Antica e Arte moderna", 2, 1958, pp. 170-176; Volpe C., Una mostra di restauri a Modena e una proposta per la loro gestione, in "Paragone", 347, XXX, 1979; Romano V., Lelio Orsi a Roma: fra maniera raffaellesca e maniera michelangiolesca, in "Prospettiva", 29, 1982; Romano V., Lelio Orsi, Aedes Muratoria, Modena; 1984; Monducci E.- Pirondini M. (a cura di), Lelio Orsi 1511-1587. Dipinti e disegni, catalogo della mostra (Reggio Emilia 5 Dicembre 1987- 30 Gennaio 1988), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 1988, p. 94, n. 61; Bonsanti G., Lelio Orsi: linee di ricerca su affreschi e medaglie, in Lelio Orsi e la cultura del suo tempo, a cura di Jadranca Bentini, Nuova Alfa, Bologna 1988

Annotazioni redazionali: Fa parte di una serie di affreschi i cui soggetti sono tratti dalle metamorfosi di Ovidio che vennero staccati con tutto l’intonaco dalle pareti e dalle volte della Rocca di Novellara e trasportati a Modena per ordine del Duca Francesco III nel 1773. esiste una lettera del 22 maggio 1773 che certifica che quanto è stato tolto dal Camerino è arrivato a Modena. La presenza inoltre della data 1773 incisa sul retro di un affresco raffigurante un putto con frutta sembra suffragare quest’ipotesi. Girgio Bonsanti interpretava la scritta cancellata con la firma di Antonio Boccolari, un restauratore che operò più volte alla corte estense. Lo studioso asserisce che è ipotizzabile che sia stato lo stacco eseguito dal Boccolari a provocare i danni che oggi si costatano sugli affreschi. Sempre Bonsanti coadiuvato da Achille Tempestini risale l’individuazione del tema tratto dal I libro delle Metamorfosi di Ovidio. Narra Ovidio che Giove sceso sulla terra  sotto forma umana per rendersi conto della malvagità degli uomini si reca alla reggia di Licaone, re degli Arcadi. Giove fa in modo che gli uomini lo riconoscano, ma Licaone volendo provarne la divinità imbandisce un banchetto a base di carne umana. Giove, allora adiratosi scaglia un fulmine contro la sua casa e trasforma Licaone in un lupo. Tornato sull’Olimpo il padre degli dei decide la distruzione del genere umano e scatena un diluvio. Deucalione e Pirra sono gli unici superstiti e si rivolgono all’oracolo di Themis e dopo aver udito il responso, iniziano a tirare dietro le loro spalle dei sassi. Dai sassi nascerarnno gli uomini. La terra in seguito genererà gli animali ma anche dei mostri tra i quali pitone che verrà ucciso da Apollo. Questi miti sono stati rappresentati negli affreschi staccati. La collocazione cronologica proposta da Bonsanti circa il 1550 è stata posticipata di qualche anno di qualche anno da Carlo Volpe(1979), il quale vi riconosceva oltre ad influssi michelangioleschi e perineaschi un rapporto privilegiato con le Storie di Ulisse dipinte dal Tibaldi a Palazzo Poggi (circa nel 1554); Vittoria Romano li ha slittati fra il 1547 e il 1554, leggendovi le tracce di un primo viaggio a Roma di Lelio Orsi fra 1546 e il 1547. Ritornando all’affresco staccato con la storia di Licaone: in primo piano Giove irato che con violenza rovescia la tavola imbandita (cosi come è narrato in Apollodoro e Igino) mentre con la mano sinistra impugna un fulmine. Licaone intanto con le mani intorno al volto  fugge mentre la trasformazione in lupo è già in atto. Sul piano di fondo una costruzione rotonda simile a quella che si intravede alle spalle di Deucalione e Pirra nell’affresco con la storia di Deucalione e Pirra, forse il tempio dell’oracolo di Themi.

                                                                                        Giovanna La Padula