02: Giove e Licaone

Titolo dell'opera: Giove e Licaone

Autore: Agostino Musi detto Veneziano (Venezia 1490- Roma 1540)

Datazione: 1524

Collocazione: Londra, British Museum

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: bulino, secondo stato (283 x 131 cm)

Soggetto principale: Licaone con la testa di lupo e Giove

Soggetto secondario:

Personaggi: Licaone, Giove

Attributi: addormentato, raggi intorno alla testa (Giove); testa di lupo (Licaone)

Contesto: interno di una casa sul cui fondo si apre una porta 

Precedenti:  disegno di Raffaello

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Pigler A., Barockethemen, Akademiai Kiadò, Budapest 1974, II, pp. 165-166; Oberhuber K., The works of Marcantonio Raimondi and his school,  in The Illustrated Bartsh, Abaris Books, New York 1978, p. 241, n. 244; Bernini Pessini G., Massari S., Prosperi S., Rodinò V., Raphael invenit, Quasar, Roma 1985, p. 241

Annotazioni redazionali: Il primo stato è del 1523, il secondo stato del 1524 è stato ritoccato. In alto a destra si legge: Raphe/vr/inven/. Sul pavimento si legge: MD XXIIII/A.V. Sebbene sia dichiarata invenzione di Raffaello la stampa descritta genericamente dal Vasari “d’un converso il lupo, il quale va ad un letto per ammazzare uno che dorme”, deriva da un disegno nello stile del Penni inspirato all’antico, come denota la posizione delle gambe di Giove che ripete con varianti l’analogo movimento della statua di Marforio a cui fa riferimento la posizione di Isacco mentre benedice Giacobbe affrescato da Gin Francesco nella quinta volticella delle Logge. In primo piano a sinistra Licaone con l’ascia sulle spalle si dirige verso Giove che è addormentato sul letto. sullo sfondo attraverso un’apertura sul muro si vede un paesaggio brullo abitato da bestie feroci. Nelle Metamorfosi Ovidio racconta che Licaone aveva deciso di uccidere Giove per verificarne la divinità mentre questi era addormentato,ma “ come se non fosse abbastanza, sgozza con una spada un ostaggio mandatogli  dal popolo dei Molossi, e quelle membra ancora messe vive in parte le lessa in acqua bollente, in parte le arrossisce alla fiamma. Non ha tempo ad imbandirmele, che io con fuoco vendicatore faccio crollare su se stessa quella casa degna del suo padrone. Lui fugge, atterrito, e raggiunti i silenzi della campagna si mette a ululare..”. In quest’incisione l’episodio mitico viene rielaborato dall’artista che interpreta i versi ovidiani in modo personale. Licaone col volto di lupo si avvicina a Giove addormentato con l’intenzione di ucciderlo come si desume dalla presenza dell’ascia. Ovidio, però racconta che Licaone non ha potuto compiere la malvagia azione perché è stato trasformato in lupo nei boschi dove era fuggito per salvarsi dall’ira di Giove. Le incisioni contenute nei testi del cinquecento delle Metamorfosi riportano l’episodio di Licaone rappresentando il momento in cui rovescia la tavola imbandita, mentre sul fondo la reggia di Licaone brucia, ad eccezione della xilografia contenuta nel testo del 1522 (Cfr. scheda opera 01) in cui si vede a destra il momento della cottura dell’ostaggio molosso.

                                                                             Giovanna La Padula