Licfm06

1350-1360 d.C

Boccaccio, De Genealogiis deorum gentilium

LXXVI, 1-8

Licaone, quattordicesimo figlio di Titano, che generò Callisto

Teodonzio dice- che non ho detto in nessun autore- che Licaone, re di Arcadia, fu figlio di Titano e della Terra, o per lo splendore regale, o per qualche insigne impresa, o- come piuttosto credo- perché fu un uomo malvagio e spregiatore degli dei, come per lo più leggiamo essere stati i Titani. Di lui poi Ovidio racconta questa favola. Essendo giunta in cielo la protesta degli uomini perché tutto sulla terra andava male, Giove volle provarlo con la sua presenza, e, assunta forma umana, venne nella reggia di Licaone e fece sì che i popoli si accorgessero che un dio era in terra; ma quando essi attendevano ai sacrifici, tutti furono derisi da Licaone. Questi tuttavia volle provare se Giove- come si diceva- fosse suo ospite e cospirò per dargli morte di notte; ma non poté eseguire il suo piano. Allora d'un tratto si rivolse ad un altro delitto e uccise uno dei Molossi tra gli ostaggi, e lo fece cucinare in parte lesso, in parte arrosto;e lo diede da mangiare a Giove. Ma questi venne a sapere deldelitto e rifiutò il cibo e fece gettare fuoco nella reggia di Licaone, e poi se ne andò. Allora Licaone, atterrito fuggì nelle selve e, mutato in lupo, cominciò, secondo l'antica usanza, a rapinare, e, per avidità di sangue, incrudelì sulle greggi. Leonzio diceva che sotto questa favola era coperta la seguente storia. Ci fu un tempo una contesa tra gli Epiroti (alcuni dei quali poi da Molosso, figlio di Pirro, furon detti Molossi)e i Pelasgi ( che poi furon detti Arcadi); ma quando da essa si giunse ad un accordo, Licaone, che allora regnava sui Pelasgi, chiese che, in forza dell'accordo raggiunto, almeno uno degli Epiroti gli fosse dato in ostaggio, poiché da essi era cominciata la discordia. I Molossi fino ad un certo tempo gli concessero uno dei giovani nobili; ma poiché Licaone non lo rilasciava nel termine stabilito, fu richiesto da ambasciatori del suo popolo. Invece Licaone- o perché fosse stato chiesto con arroganza, o turbato da altro motivo ( era infatti pessimo uomo e di animo superbo)- rispose agli ambasciatori che avrebbe restituito l'ostaggio il giorno dopo; e li invitò a sedere con lui a banchetto, la mattina seguente. Invece di nascosto uccise l'ostaggio e, fattolo cuocere, lo fece servire a mensa agli ambasciatori e agli altri. C'era per caso tra i commensali un tale Lisania, ancor giovane, quello che poi fu detto Giove (uomo in quel tempo massimamente stimato dagli Arcadi). Egli riconobbe le membra umane e, turbato dall'atroce delitto, rovesciò le mense e si precipitò in pubblico e subito congiurò contro Licaone col favore di tutto il popolo e, raccolte le forze, lo trasse a battaglia e, vinto, lo privò del regno. Licaone poi, cacciato e povero, fuggì con pochi nelle selve e cominciò a insidiare le strade e a vivere di rapina; e ciò diede motivo alla favola che sia stato mutato in lupo. Se infatti volessimo vedere correttamente, nessuno dovrebbe dubitare che, appena rivolgiamo la mente all'avarizia e alla rapina, spogliandoci dell'umanità, subito indossiamo la veste del lupo e in essa perseveriamo fino a che tale appetito continua in noi, che di uomini serbiamo solo l'immagine. Diceva inoltre Leonzio che altri affermano che Licaone fu mutato invero lupo; o che in Arcadia c'era un lago che, se se uno avesse passato a nuoto, subito era trasformato in lupo; e che, se questi si fosse astenuto dalle carni umane e, passati nove anni, avesse riattraversato a nuoto lo stesso lago, qui veniva restituita la forma di prima. Ciò sapendo Licaone, e molto temendo l'ira di Giove e dei suoi, e ignorando, per la sua perfidia, dove potesse avere un nascondiglio sicuro, per aspettare, senza paura di perdere la vita, l'esito della vicenda, passò il lago a nuoto e diventò un vero lupo e, come gli altri animali della stessa specie, abitò nelle selve, dopo aver lasciato una figlia unica, la vergine Callisto. Inoltre scrive Plinio nella Naturalis Historia che le tregue di guerre furono un'invenzione di questo Licaone; e anche i giochi ginnici in Arcadia