sec. II a.C.
Apollodoro, Biblioteca, III, 8, 1
Torniamo ora di nuovo a Pelasgo, che secondo Acusilao era figlio di Zeus e di Niobe, come ho già detto, secondo Esiodo invece era autoctono. Da lui e da Melibea figlia di Oceano( o secondo altri dalla ninfa Cillene) nacque un figlio, Licaone, che fu re degli Arcadi e che, da numerose mogli, generò cinquanta figli: Meilaneo, Tesprote, Elice, Nittimo.....<...> Superavano tutti gli uomini per arroganza ed empietà, Zeus si reca da loro in veste di mendicante. Essi lo invitarono a pranzo uccisero un fanciullo del luogo , mescolarono le sue viscere a quelle delle vittime e gliele offrirono, su istigazione del più vecchio dei fratelli, Menalo. <Innoridito>, Zeus rovesciò la tavola, quel luogo ora si chiama appunto Trapzunte- e fulminò Licaone e i suoi figli, tranne il più giovane, Nittimo: Gea infatti lo prevenne afferandogli la mano destra e frenò la sua collera.