51: Giove ed Io

Titolo dell’opera: Giove ordina a Mercurio di liberare Io

Autore: François Verdier (1651-1730)

Datazione: fine XVII secolo

Collocazione: Versailles, Musée du Chateaux

Committenza: Luigi XIV (l’opera doveva essere collocata nel Grand Trianon)

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: Giove ordina a Mercurio di liberare Io

Soggetto secondario:

Personaggi: Giove, Mercurio, Ganimede, Cupido, Cerere, Minerva

Attributi: fulmini, aquila (Giove); petaso, bastone da pastore, calzari alati (Mercurio); anfora (Ganimede); freccia (Cupido); corona di spighe, falce (Cerere); elmo, lancia, scudo (Minerva)

Contesto: cielo (Olimpo)

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.artsculture.education.fr/presence_litterature/ovide/dossiers/pro_pedago/pdf/fiche5.pdf

Bibliografia: Impelluso L., Eroi e Dei dell’antichità, Electa, Milano 2003, p. 70, 127, 168, 175 e 177

Annotazioni redazionali: François Verdier, artista francese, fu incaricato dal re Luigi XIV di dipingere una serie di tele da poter apporre alle pareti del Grand Trianon, edificio costruito nel 1687 da Joles Hardouin-Mansart, architetto di corte. I dipinti dovevano rappresentare la favola di Giove e Io (Giunone in collera minaccia la ninfa Io alla presenza di Giove; La ninfa Io mutata in vacca; Giove ordina a Mercurio di liberare Io; Mercurio e Argo). In Giove ordina a Mercurio di liberare Io, l’artista segue uno schema compositivo triangolare che ha il suo apice nella figura di Giove. Il padre degli dei, affiancato dalla sua aquila, è vestito di rosso, impugna nella mano sinistra i fulmini e con il braccio e la mano destra invita il figlio e messaggero Mercurio a partire per il luogo della prigionia di Io. Mercurio, ritratto in basso e di schiena, sta già partendo per compiere la volontà del padre: il suo caduceo, caratterizzato dalla verga con i serpenti intrecciati, è diventato qui un semplice bastone, questo perché il dio dovrà trasformarsi in un pastore per poter ingannare Argo, addormentarlo e ucciderlo per poter finalmente liberare Io. Accompagnano Giove altre figure mitologiche: Ganimede, riconoscibile dall’anfora, il fanciullo rapito (o fatto rapire, a seconda delle versioni) da Giove, portato sull’Olimpo e divenuto suo coppiere; Cupido, figlio di Venere e principale responsabile delle passioni amorose degli dei; Minerva, anch’essa figlia di Giove, dea della sapienza, armata di scudo, lancia ed elmo; Cerere, sorella di Giove, incoronata di spighe, con la falce in mano, attributi che la contraddistinguono come dea dell’agricoltura. L’episodio del mito non va visto come semplice raffigurazione di una storia ovidiana, ma come una celebrazione della figura del re Sole: come Giove Luigi XIV è colui che garantisce prosperità al paese e al popolo (Cerere), ma anche il capo delle forze armate (Minerva). Osservando il dipinto si assiste così alla glorificazione del potere sovrano impersonato da un re che rese grande la Francia: Luigi XIV.

Maddalena Bertolini