
Titolo dell’opera: Giove e Io
Autore: Anonimo al seguito di Hendrick Goltzius
Datazione: 1589
Collocazione:
Committenza:
Tipologia: incisione (176 x 252 mm)
Tecnica:
Soggetto principale: Giove e Io
Soggetto secondario: Giunone scopre Giove con Io
Personaggi: Giove, Io, Giunone
Attributi: aquila, fulmini (Giove); pavoni (Giunone)
Contesto: luogo all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.wesleyan.edu/dac/imag/1968/0029/0003/1968-29-3-0016-m01.html
Bibliografia: Strass W., Hendrick Goltzius 1588-1617, The Complete Engravings and Woodcuts, Abaris Books, New York 1977, p. 11; Van Der Sman G.J., Incisori e Incisioni d’Oltralpe a Venezia nella Seconda Metà del Cinquecento, in Il Rinascimento a Venezia e la Pittura del Nord ai Tempi di Bellini, Durer, Tiziano, a cura di Akema B., Brown B.L., Catalogo della mostra tenuta a Venezia, Bompiani, Milano 1999, p. 157
Annotazioni redazionali: La serie di 58 incisioni tratte dalle Metamorfosi concepite tra il 1588 e il 1590, inizialmente prevedevano la realizzazione di trecento immagini volte a illustrare i primi cinque libri dell’opera latina di Ovidio. Goltzius supervisionava il lavoro incisorio degli allievi che ebbe inizio prima del suo viaggio in Italia (viaggio intrapreso tra il 1591 e il 1592) e che venne interrotto dopo il suo rientro in patria alle incisioni che decoravano il terzo libro del poeta latino. Le incisioni furono pubblicate in tre mandate dall’editore de Bands: il primo gruppo uscì nel 1589, il secondo nel 1590 ed il terzo fu stampato molto più tardi, nel 1615. L’incisione con Giove e Io, uscita dalla bottega di Hendrick Goltzius nel 1589, è quella che apre le raffigurazioni con il mito che vede protagonisti il padre degli dei e la ninfa Io (le altre immagini sono: Phebo con flauto e Mercurio Argo e Io – Cfr. scheda opera relativa; Mercurio, Argo e Io – Cfr. scheda opera relativa; Mercurio uccide Argo; Cfr. scheda opera relativa). Io, afferrata da Giove, sta divincolandosi nell’oscurità della nebbia per liberarsi dalla “presa” del dio; bloccata nel tentativo di fuga, ha le braccia spalancate e con il capo si rivolge verso Giove. Ai piedi di Giove, l’aquila stringe tra gli artigli i fulmini e, con il collo proteso in avanti e rivolto verso il suo padrone, sembra partecipare alla faticosa conquista di Giove. Un varco tra la nebbia sulla sinistra dà spazio al disegno con Giunone che scopre il marito con Io. La dea giunge sulla scena del tradimento ammonendo Giove e il suo comportamento: Giunone, fingendosi ignara della metamorfosi di Io da donna a giovenca, chiederà al marito di porgergliela come dono. Le incisioni della bottega di Goltzius furono copiate dagli artisti a lui contemporanei e successivi: le stampe avevano il vantaggio di essere diffuse con estrema facilità. Il successo di Goltzius fu immediato; in particolar modo l’incisione con Mercurio, Argo e Io fu fonte d’ispirazione per diversi cicli o tele a soggetto mitologico. Tra questi ricordiamo un soffitto di un palazzo della città di Norimberga e l’incisione di Jacob Jordaens (Cfr. scheda opera 46).
Maddalena Bertolini
