26: Giove ed Io

Titolo dell’opera: Giove con Io

Autore: Paris Bordon (1500-1571)

Datazione: 1538 o 1559 ca.

Collocazione: Goteborg, Konstmuseum (Svezia)

Committenza: Cardinale di Lorena. L’opera fu dipinta durante il soggiorno dell’artista alla corte di Francesco I di Francia (Vasari)

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (135,5 x 117,5 cm)

Soggetto Principale: Giove e Io

Soggetto secondario:

Personaggi: Giove e Io

Attributi:

Contesto: groviglio di nubi

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Humfrey P., Venezia 1540-1600 in La Pittura nel Veneto, Il Cinquecento, Electa, Milano 1998, vol. II pp. 482 e 483; Pedrocco F., La Cosiddetta Seconda Ondata del Manierismo a Venezia Natura e Maniera tra Tiziano e Caravaggio: Le Ceneri Violette di Giorgione, Vittorio Sgarbi (a cura di), Catalogo della Mostra di Mantova, Skira, Milano 2004, p. 57

Annotazioni redazionali: Paris Bordon, artista veneziano, fu allievo di Tiziano; lavorò inizialmente in Veneto e in Lombardia per poi trasferirsi alla corte di Francesco I in Francia, ad Augusta presso i Fugger ed infine, su invito di Pietro da Rho, a Milano. Vasari nelle sue Vite a proposito dell’artista e del quadro con Giove e Io scrive: “Ma conoscendo Paris che a chi vuole essere adoperato in Vinezia bisogna far troppa servitù in cortegiando questo e quello, si risolvé, come uomo di natura quieto e lontano da certi modi di fare, ad ogni occasione che venisse andare a lavorare di fuori quell’opere che innanzi gli mettesse la fortuna, senza averle a ire mendicando; per che trasferitosi con buona occasione l’anno 1538 in Francia al servizio del re Francesco, gli fece molti ritratti di dame et altri quadri di diverse pitture…Al Cardinale di Loreno fece un Cristo ecce homo, et un Giove con Io, e molte altre opere” (Vasari, 1568). L’opera sarebbe quindi da datare tra il terzo e quarto decennio del Cinquecento, ma alcuni studiosi ritengono errata l’affermazione di Vasari, e posticipano così l’esecuzione del quadro intorno al 1559 (anno del secondo viaggio francese di Paris) basandosi su considerazioni stilistiche. Questa ipotesi di posticipazione sarebbe però da escludere perché Vasari si trovava a Venezia nel 1540-41, dove, molto probabilmente, venne a conoscenza del viaggio di Bordon. Giove e Io sono sospesi su di una nube: Giove, ritratto di profilo, rivolge lo sguardo verso la ninfa; Io, seduta sulle gambe di Giove guarda il dio. La donna ricorda il prototipo dei volti tizianeschi (Flora e Venere di Urbino). L’opera reca l’iscrizione “O. PARIDIS BORDONO” e, probabilmente, fu portata dall’Italia in Svezia dal pittore e architetto Luigi Masreliez, momento in cui il dipinto divenne di proprietà della famiglia Asperlin. Prima del 1900 finì a Stoccolma, dove venne acquistato dalla contessa Julia Von Rosen; la tela dal 1922 si trova, infine, al Konstmuseum di Goteborg.

Maddalena Bertolini