17: Giove ed Io

Titolo dell’opera: Giove trasforma la ninfa Io in vacca

Autore: Gian Giacomo Caraglio (1500-1570) su disegno di Perin del Vaga (1501-1547)

Datazione: 1527

Collocazione:  Biblioteca Marucelliana, Firenze

Committenza: Bavero de’ Carrocci (detto il Baviera)

Tipologia: incisione

Tecnica: bulino

Soggetto Principale: Giove trasforma Io in vacca

Soggetto secondario: Giunone chiede in dono a Giove Io trasformata in giovenca

Personaggi: Giove, Io, Giunone, Cupido

Attributi: aquila (Giove); scettro (Giunone)

Contesto: paesaggio all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Parma E., Pittore Clementino in Perin del Vaga, L’Anello Mancante, Studi sul Manierismo, Sagep Editrice, Genova 1986, pp. 68 e 69; Tra Mito e Allegoria, Immagini a Stampa nel ‘500 e ‘600, Introduzione di Stefania Massari, Istituto Nazionale per la Grafica, R.D.E. Editrice, Roma 1989, pp. 1-3; Perin del Vaga, tra Raffaello e Michelangelo, Catalogo della Mostra di Mantova, Electa, Milano 2001, pp. 190-194;Arte e Erotismo, in Il Cinquecento, a Cura di Stefano Zuffi, Electa, Milano 2001, pp. 76 e 77; Da Bellini a Veronese, Temi di Arte Veneta, Saggio di Luciana Crosato Larcher, Villa Emo a Fanzolo e Villa Barbaro a Maser, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, Venezia 2004, p. 598; Bodart D., Il Nudo Femminile: Eros, Mito, Allegoria in Rinascimento e Manierismo, Giunti, Prato Novembre 2005, pp. 134 e 135; Bull M., The Mirror of the Gods, Classical Mythology in Renaissance Art, Jupiter, Allen Lane an Imprint of Penguin Books, USA 2005, cap. 4.

Annotazioni redazionali: per le informazioni storiche sulla serie d’incisioni Cfr. scheda opera 16. L’incisione è una delle poche superstiti assieme alla stampa con Giove e Io conservata a Roma. Giove è seduto nell’angolo destro della composizione, affiancato dall’aquila, che con il becco aperto e la lingua di fuori sembra inveire contro Giunone; la dea è in piedi, girata di spalle, con il volto rivolto verso il marito. Giunone tiene il braccio destro lungo il fianco impugnando lo scettro, mentre il sinistro, disteso verso l’alto, punta il cielo con il dito indice. Dietro alla dea, Io in forma di giovenca. Dall’angolo in alto a destra sta arrivando un amorino.

Come per Giove e Io l’incisione è stata descritta da un versetto:

 

“Giove et Io in vacca

Ben ha per cui si doglia, e, stia crucciosa

La gelosa Giunone a questa volta

Che benbe ad Jo la sua faccia amorosa

Habbi gelosamente in altra volta

Pur non puo star la sua bellezza ascòsa

Che ben si vede anchor cosi sepolta

E anchor l’ama Giove così fiera

Come s’havesse humana carne vera”.

 Maddalena Bertolini