11: Giove ed Io

Titolo dell’opera: Storia di Io-Iside

Autore: Maestro del Boccaccio

Datazione: 1473

Collocazione: (illustrazione del De Mulieribus Claris di Giovanni Boccaccio, edito a Ulm da Johann Zainer in collaborazione con Heinrich Steinhhowel)

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto Principale: Approccio di Giove con Io

Soggetto secondario: Mercurio uccide Argo e libera Io; sullo sfondo viaggio di Io (che tormentata dal tafano mandato da Giunone è costretta a peregrinare per i vari continenti)

Personaggi: Giove, Io, Mercurio, Argo

Attributi: occhi sul corpo (Argo);

Contesto: paesaggio all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Boccaccio G., De Mulieribus Claris, Iside, regina e dea d’Egitto, in Tutte le Opere di Giovanni Boccaccio, a cura di Branca V., Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1988, p. 57, vol. X, VIII; Dillon G., Gli Incunaboli, I Primi Incunaboli Illustrati e il Decameron Veneziano del 1492, in Boccaccio visualizzato: narrare per parole e per immagini fra Medioevo e Rinascimento, a cura di Branca V., Einaudi, Torino 1999, vol. III, pp. 291-293

Annotazioni redazionali: Le due opere di Giovanni Boccaccio De Mulieribus Claris (stampato a partire dal 1472 in diverse edizioni fino al 1532) e De Casibus Virorum Illustrium, a partire dal 1470 vennero dotate di immagini adatte alla stampa e pubblicate e tradotte ripetutamente in Germania, nei Paesi Bassi e in Francia prima che in Italia, dove si dovrà attendere il Cinquecento inoltrato prima di vederne delle copie. Nel 1473, a Ulm in Germania, fu stampato per la prima volta il De Mulieribus Claris, frutto di una collaborazione tra il medico umanista Heinrich Steinhowel e lo stampatore Johann Zainer. L’opera dapprima in latino, venne poi ripubblicata in versione tedesca tradotta dallo stesso Steinhowel. La xilografia che raffigura La storia di Iside-Io mostra  al centro Giove che seduce Io; sulla destra  Mercurio in piedi vicino al corpo di Argo e, in secondo piano, Io che naviga sul vascello verso le coste dell’Egitto. Tutti i personaggi portano abiti contemporanei, tranne Argo, il cui corpo nudo è disteso a terra ricoperto dai cento occhi; Giove e Io indossano una corona, forse ad indicare lo status divino del padre degli dei e la futura divinizzazione di Io, oppure per identificarla, stando ad alcune versioni (tramandata anche dal Boccaccio), come principessa, in quanto figlia di Inaco primo re degli Argivi. Mercurio tiene uno scettro con la mano destra, mentre con la sinistra trattiene Io per un braccio: con il gesto del dio alato molto probabilmente si sono voluti unire due momenti, uno che vede Io sottomessa a Giove e l’altro che vede la liberazione della fanciulla da parte di Mercurio su ordine di Giove (una volta che la ragazza è stata fatta prigioniera da Argo per ordine della gelosa Giunone). I personaggi con i propri nomi affiancati ai corpi sono chiaramente distinguibili. Nel De Mulieribus Claris Giovanni Boccaccio (Iofm11) omette alcuni particolari della storia di Io, come il fatto che fu prigioniera del pastore Argo per volere di Giunone; è presumibile quindi che l’artista che ha ideato la xilografia abbia avuto un modello iconografico o che l’episodio sia stato suggerito da Heinrich Steinhowel che, laureatosi a Padova, aveva portato dall’Italia in Germania alcuni testi letterari e quindi era in grado di conoscere i particolari della storia di Io.

Maddalena Bertolini