Titolo dell’opera: Giunone indica a Giove l’imbarcazione dove sta Io trasformata in vacca
Autore: Anonimo
Datazione: 1410-1415 ca.
Collocazione: Lisbona, Fundaçao Calouste Gulbenkian, manoscritto del Des Cleres et Nobles Femmes, anonima traduzione francese del De Mulieribus Claris di Boccaccio, Ms. L.A. 143, f. 17r
Committenza:
Tipologia: illustrazione
Tecnica: miniatura
Soggetto Principale: Giunone indica a Giove l’imbarcazione con Io trasformata in vacca
Soggetto secondario:
Personaggi: Giove, Giunone, Io, altri due personaggi (Iride e Mercurio?)
Attributi:
Contesto: paesaggio all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Seznec J., La sopravvivenza degli antichi dei : saggio sul ruolo della tradizione mitologica nella cultura e nell'arte rinascimentali, Boringhieri, Torino 1980; Boccaccio G., De Mulieribus Claris, Iside, regina e dea d’Egitto, in Tutte le Opere di Giovanni Boccaccio, a cura di Branca V., Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1988, p. 57, vol. X, VIII; Boccaccio G., Genealogie Deorum Gentilium, Il fiume Inaco, dodicesimo figlio di Oceano, che generò Io, Foraneo e Fegoo, Io, figlia di Inaco e madre di Epafo, in Tutte le Opere di Giovanni Boccaccio, a cura di Branca V., Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1988, pp. 759-765, voll. VII-VIII; Libro VII, XXI e XXII; Ferroni G., Storia della Letteratura Italiana, Dalle Origini al Quattrocento, Einaudi, Torino 1991, p. 297; I Codici, L’Area Francese e Fiamminga, in Boccaccio visualizzato: narrare per parole e per immagini fra Medioevo e Rinascimento, a cura di Branca V., Einaudi, Torino 1999, vol. III, p. 48; Walther I.F., Codices Illustres, I Codici Miniati più Belli del Mondo dal ‘400 al ‘600, Taschen, Colonia 2003, p. 291;
Annotazioni redazionali: L’immagine è tratta dal Des cleres et nobles femmes, un codice miniato che contiene la traduzione in francese del De Mulieribus Claris di Giovanni Boccaccio, scritto nel 1362 (Iofm11). Il testo del poeta trecentesco, assieme al Genealogie Deorum Gentilium (Genealogia degli Dei Pagani), compilato tra il 1350 e il 1360 (Iofm10), fa parte di quei testi che hanno permesso la sopravvivenza degli antichi dei in epoca medievale. La Genealogie Deorum Gentilium è composto da quindici libri che narrano le storie degli dei pagani, a cui sono attribuiti significati storici, naturali e morali: è in questo testo che compare, tra gli altri racconti, la discendenza del fiume Inaco, di Io (figlia di Inaco) ed Epafo (figlio di Io). Nel De Mulieribus Claris Boccaccio racconta le vite di un centinaio di donne illustri: l’opera fu dedicata ad Andreola, contessa d’Altavilla, sorella di Niccola Acciaiuoli, appartenenti ad una famiglia di fiorentini residente a Napoli. Le vite delle donne illustri si rifacevano a modelli antichi e terminavano con la storia di Giovanna regina di Napoli. Il De Mulieribus divenne ben presto celebre nelle corti d’Oltralpe, dove veniva donato alle principesse come modello di virtù; fu tradotto in francese già a partire dal 1401. Giovanni, attraverso le fonti letterarie antiche, ricostruisce la storia di Io, divenuta in seguito regina Iside, regina e dea venerata in Egitto. Nella miniatura del testo francese conservato a Lisbona, è rappresentato l’episodio in cui Giunone, sulle rive di un fiume (Inaco?), mostra a Giove la barca su cui è salita Io, da lui trasformata in giovenca. I due dei sono accompagnati da due figure, una maschile ed una femminile (che siano Iride e Mercurio i messaggeri di Giunone e Giove?): se non fosse per il testo che descrive l’episodio, difficilmente i personaggi raffigurati sarebbero riconoscibili.
Maddalena Bertolini