07: Giove ed Io

Titolo dell’opera: Testa di Iside-Io

Autore: Anonimo

Datazione: II secolo d.C.

Collocazione: Parigi, Musée du Louvre (provenienza ignota)

Committenza:

Tipologia: scultura

Tecnica: marmo bianco

Soggetto Principale:

Soggetto Secondario:

Personaggi: Iside-Io

Attributi: corna di giovenca sulla fronte (Io); diadema lunare (Iside)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Apuleio, L’Asino d’Oro, Libro XI, 3, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma 1995; AA.VV., Iside: Il Mito, Il Mistero, La Magia, Catalogo della Mostra tenuta a Milano, a cura di Arlsan E.A., Electa, Milano 1997, pp. 20, 32-36 e 114, fig. III. 3

Annotazioni redazionali: Dalla letteratura antica si apprende che la giovenca Io, liberata dalla prigionia di Argo da Mercurio per volere di Zeus, è costretta a peregrinare nei diversi continenti per via dell’assillo inflittole da Giunone. La dea, gelosa della ninfa e dispiaciuta della morte del fidato Argo, punisce Io facendola pungere continuamente da un tafano: l’animale-Io non troverà pace finché, tramite l’intercessione di Zeus presso la moglie, non riprenderà forma umana e non approderà sulle coste d’Egitto, luogo in cui verrà successivamente adorata come dea Iside (moglie di Osiride e madre di Horus). La scultura antica conservata al Louvre raffigura la testa di una giovane donna: le corna che spuntano sulla fronte della ragazza simboleggiano la metamorfosi di Io in giovenca, mentre il diadema lunare è l’attributo che la distingue come dea della Luna e quindi la identifica come dea Iside. A tale iconografia rimandano le parole di Apuleio ne L’Asino d’Oro nell’Apparizione della dea (Iside): “Sulla sommità del capo portava una corona intrecciata di fiori di vari colori nel cui mezzo sopra la fronte brillava con una luce chiara un disco che somigliava a uno specchio: era l’immagine della luna” (Iofc11). I capelli che scendono dalla testa marmorea parigina sono acconciati in una capigliatura detta “libica”, con scriminatura centrale e lunghi boccoli calamistrati. Per gli studiosi la scultura è opera tarda delle officine alessandrine. Dopo la conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno il mito di Iside e dei suoi culti misterici si allargarono su tutte le coste del Mediterraneo, permettendo una più rapida assimilazione della cultura egizia con quella greca, iniziata già nel VI secolo a.C.. In epoca romana Iside verrà venerata o bandita dai templi, a seconda del credo dell’imperatore regnante nei vari periodi. Il culto di Iside tramonterà con l’editto di Costantino (313 d.C.), emesso dall’imperatore a favore dei cristiani e della loro religione in opposizione al paganesimo.

Maddalena Bertolini