04: Giove ed Io

Titolo dell’opera: Io accolta da Iside a Canopo

Autore: Maestro Ellenico (attribuita a)

Datazione: I secolo d.C.

Collocazione: Napoli, Museo Archeologico Nazionale (proveniente dal tempio di Iside di Pompei)

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: affresco (1,50 x 1,375 m)

Soggetto principale: Io accolta da Iside a Canopo

Soggetto secondario:

Personaggi: Io, Iside, Horus Arpocrate, divinità fluviale (Nilo), due sacerdoti (la donna potrebbe essere Nefti, sorella di Iside)

Attributi: corna (Io); serpente, situla (Iside); barba fluente, coccodrillo (Nilo); indice sulla bocca in segno di silenzio (Horus Arpocrate); sistro, situla, caduceo dorato (sacerdote di Iside); sistro (sacerdotessa)

Contesto: luogo chiuso (Tempio di Iside?)

Precedenti: Anonimo,Io accolta da Iside a Canopo, proveniente da un’abitazione pompeiana, I secolo d.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale (Cfr. scheda opera 03)

Derivazioni:

Immagini: http://marcheo.napolibeniculturali.it/itinerari-tematici/contenutibc.2006-09-19.9670807316/RA176

Bibliografia: Ragghianti C.L., Pittori di Pompei, Edizioni del Milione, Milano 1963, p. 27; Bianchi Bandinelli R., Roma: l'arte romana nel centro del potere. Dalle Origini al II Secolo d.C., Rizzoli, Milano 1969; Ward J., Claridge A., Pompeii a.D. 79. Treasures from the National Archaeological Museum, Naples and the Pompeii Antiquarium, London 1976; Cassanelli R., Le Case e i Monumenti di Pompei, nell’opera di Fausto e Felice Niccolini, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1997; AA.VV., Iside: Il Mito, Il Mistero, La Magia, Catalogo della Mostra tenuta a Milano, a cura di Arlsan E.A., Electa, Milano 1997; Grimm A., Iside Romana, Iside Imperiale, Aspetti Storico-Culturali del Culto Isiaco al Tempo degli Imperatori, in Iside: Il Mito, Il Mistero, La Magia, Catalogo della Mostra, a cura di Arlsan E.A., Electa, Milano 1997, pp. 19, 120-133, 439; Nappo S.C., Pompei, Guida alla Città Sepolta, White Star, Vercelli 1998; Sanpaolo V., Gli Affreschi del Museo Archeologico di Napoli, in Romana Pictura, La pittura romana dalle origini all’età bizantina, Catalogo della mostra tenuta a Rimini nel 1998, a cura di Donati A., Electa, Milano 1998 pp. 65-72; Il  Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a cura di De Caro S., Electa Napoli, Napoli 2003; Arte e Storia di Pompei, Bonechi Editore, Firenze 2004, pp. 48-50; Museo Archeologico, Napoli, a cura di Colombo D., Electa, Il Sole 24 Ore, Milano 2005, p. 150; sito ufficiale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: www.cib.na.cnr.it/mann/iside/docum.html, visitato nel Gennaio 2006

Annotazioni redazionali: Durante gli scavi effettuati nella seconda metà del Settecento che riportarono alla luce l’antica città sepolta di Pompei, furono rinvenuti i resti del tempio dedicato alla dea Iside. Il ritrovamento del Tempio di Iside fu di importanza eccezionale, perché per la prima volta in Italia faceva la sua comparsa un edificio dedicato alla dea egizia completo di tutti gli arredi sacri e ornamenti che ne costituivano l’apparato decorativo. La costruzione originaria risaliva al II secolo a.C., ma, a causa del terremoto del 62 d.C., fu restaurato grazie all’intervento finanziario di un privato. Numerio Popidio Ampliato stanziò i fondi in favore del figlio Numerio Popidio Celsino, affinché fosse accolto nel consiglio cittadino; la vicenda era stata resa pubblica e testimoniata da un’iscrizione posta sull’architrave dell’edificio. Tutte le sale del tempio erano riccamente decorate e, all’interno dell’Ekklesiasterion (la sala di riunione dei sacerdoti Isiaci), le pareti illustravano in due episodi (complessivamente gli affreschi erano cinque con storie ispirate all’Egitto) la storia del mito di Io: Io, Argo e Mercurio (Cfr. scheda opera relativa) e Io accolta da Iside a Canopo. L’opera con Iside che riceve Io dopo il suo tormentato viaggio è stata attribuita da Raggianti al Maestro Ellenico, perché l’artista si è conformato a modelli stilistici tipici del V-IV secolo a.C.. L’affresco è una copia di un altro dipinto con lo stesso soggetto che adornava le pareti di un’abitazione privata. Per un’analisi iconografica si veda la scheda opera 03.

Maddalena Bertolini