Iofc02

466/459 a.C.

ESCHILO, Le Supplici, Prologo

Corifea: Zeus, mia Meta! Curva, trepido, l’occhio/su noi pellegrine/imbarcate allo sbocco del Nilo, pontili/velati di sabbia./Addio, paese divino,/ stazzi che giungono in Siria!/Sbandate/migriamo. No, non espulse da giustizia umana -ree dichiarate di cruenta colpa-./No, è il rifiuto dell’uomo. Ci si radica dentro,/nel sangue: e ci fanno disgusto le nozze/coi figli d’Egitto, quel loro/ profanante delirio./Danao, il padre, è la mente di tutto, dirige la guerra. E’ sua la mossa finale:/attuò, tra le scelte dolenti,/la più fiera, gloriosa:/migrare di volo sull’arco del mare per ancorarci sulla sponda argiva. Proprio qui/è la nostra radice, ceppo formatosi in lei,/nella vacca. Turbinio dell’aculeo: Zeus la sfiorava,/l’avvolgeva col fiato. Ed è il nostro vanto…

Coro: Avrà varcato il mare il mio richiamo/al mio eroe, al torello divino/frutto d’antenata bovina, carezza/di Zeus che l’avvolse col fiato: la prateria fioriva,/ si coronava il ciclo fatale. Perfetto/calcolo. Ed Epafo nacque,/che ha la carezza del nome.