Titolo dell’opera: Deukalion e Pyrrha
Autore: Anonimo
Datazione: 120-130 d.C.
Collocazione:Ostia, Tomba di P. Aelius Maximus
Committenza:
Tipologia:
Tecnica:
Soggetto principale: Deucalione e Pirra rigenerano l’umanità.
Soggetto secondario: Minerva sul trono assiste all’evento
Personaggi: Deucalione, Pirra, Minerva, un uomo e una donna
Attributi: Lancia, elmo (Minerva), uomini appena creati (Deucalione, Pirra)
Contesto: Scena all’aperto e sulla destra una porta ad arco.
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: www.ostia-antica.org/valkvisuals/html/canal_06.htm
Bibliografia: Kaiser – Minn H., Die Erschaffung des Menschen auf den spätantiken Monumenten des 3. und 4. Jahrhunderts, Aschendorff, Münster Weatfalen 1981, p. 37; ad vocem Deukalion, in Lexicon Iconographicum Mythologiae classicae, Zurigo-Monaco 1986, vol. III, p. 385; ad vocem Athena/Minerva, in Lexicon Iconographicum Mythologiae classicae, Zurigo-Monaco 1986, vol. II, p. 1100.
Annotazioni redazionali: Il mito di Deucalione e Pirra non fu molto raffigurato in epoca classica. L’unica opera è un rilievo di stucco dalla tomba di P. Aelius Maximus ad Ostia, quasi interamente distrutto. Il rilievo ci mostra Deucalione e Pirra mentre si dirigono verso un arco con il braccio destro alzato nel compiere il gesto di gettare le pietre. Dietro di loro si notano delle figure più piccole, mentre sopra è riportata l’iscrizione HOMINES NATI ad indicare la genesi degli uomini. Il rilievo riporta anche l’iscrizione MINERVA sopra la dea, mentre sopra Deucalione, incompleta, si trova quella che riporta il nome del protagonista. Le due figure, una in ginocchio e una in piedi, rappresentano gli essere umani appena trasformati. Sulla sinistra, seduta sul trono, c’è Minerva che presiede a questo evento e in mano alla dea si vedono i resti di una farfalla, forse un riferimento alla psyché, l’anima infusa agli uomini (Kaiser – Minn, 1981). La particolarità dell’immagine si trova nella presenza di Minerva che non ha nessun riscontro in alcuna fonte letteraria. La dea non è mai stata messa in relazione a questo mito e tanto meno si fa un accenno ad un qualche dio che infonda l’anima agli uomini appena creati. In realtà nella trasformazione dalle pietre, non si fa riferimento ad un’anima infusa agli uomini, ma solo al passaggio da uno stato all’altro, di cui tra l’altro il nuovo genere umano ne eredita alcune caratteristiche: “E in breve tempo, per volontà degli dei, i sassi scagliati dalla mano dell'uomo assunsero l'aspetto di uomini, dai lanci della donna rinacque la donna. Per questo siamo una razza dura e rotta alle fatiche e i nostri atti provano di che origine siamo” (Ovidio, Met., I, 411-415). La presenza di Minerva anche se inspiegabile, può evidenziare questo volere divino che rinasca un nuovo genere umano. Inoltre, poiché il soggetto era stato scelto per un rilievo funerario, la genesi e la rinascita, temi presenti nel mito, potevano essere adatti alla funzione dell’opera, così come l’anima, la psyché, rappresentata dalla farfalla, poteva far riferimento all’anima del deceduto.
Agnese Altana