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1563

GIUSEPPE OROLOGGI, Le Metamorfosi di Ovidio, ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, al christianissimo Re di Francia Henrico Secondo, di nuovo dal proprio auttore rivedute e corrette, con le annotazioni di m. Gioseppe Horologgi, in Venetia, appresso Francesco de’ Franceschi Senese, 1563

Risoluto Giove di spegnere il genere humano, confirmorono tutti gli Dei la sua sententia, anchora che contra loro voglia, perche perdevano i prieghi gli altari i voti, e gli odorosi sacrifici, che erano loro sovente fatti da gli huomini, volendo poi venir alla esecutione, non volle farlo co'l fuoco; de suoi folgori per timore che dopò che fusse da tanti fuochi abrusciata la terra, non s'apicassero le loro fiamme anchora nel cielo; e ne rimanesse medesimamente arso, e consumato; ma prese risolutione di farlo con l'aque; facendo venir, il diluvio universale; quivi si vede apertamente che Ovidio scrivendo queste sue trasformationi si servi de libri di Mose; overo lo scrisse spinto da una nascosta virtù della verità descrivendo così propriamente l'inondatione che spense l'humana generatione descritta da esso; e si come quello conservò dal diluvio la humana prole in Noe, e nella sua donna; cosi questo la conserva in  Deucalione next hit, e Pirrha; dove si vede quanto felicemente cosi il Poeta latino, come il volgare, descriva come Giove dopò havere riposti i suoi folgori nel monte Etna, comanda ad Eolo Re de' Venti, che rinchiuda Borea, e gli altri venti nemici alle pioggie, e che dia libero corso all'Ostro humido, e piovoso, il quale palesando furiosamente le forze sue, spoglia gli arbori, & atterra l'herbi, e le biade, e come Nettuno persuade a tutti i fiumi che escano furiosi de i letti loro e ingombrino tutta la terra, rovinando palazzi, case, e capanne, e tutte quelle cose che possono impedire i corsi loro; e come gli huomini abandonando le proprie case fuggivano ne' piu alti monti, per non essere colti dall'impeto dell'aque; bellissima digressione è quella dell'Anguillara come sono molte altre anchora che s'andaranno vedendo nelle sue rime che incomincia dalla stanza: Non vale all'huomo il suo sublime ingegno.

La favola di Deucalione e Pirrha i quali rimasero dopò il grandissimo diluvio, in vita è tolta da una historia antica che narra, come essendo coperta tutta <st1:personname productid="la Grecia" w:st="on">la Grecia</st1:personname> dall'aque del diluvio; previous hit Deucalione  Re di Thesaglia sapientissimo con Pirrha sua mogliere raccolse tutti gli huomini che fuggendo l'aque, s'erano salvati; sopra i monti nel monte Parnaso, dove per mezzo della prudentia figurata per Themis figliuola del cielo, e della terra; li ridusse da quella loro primiera durezza di pietra; a una vita quieta, humana e civile, con le sante leggi, e con la religione.