Titolo dell’opera: Apollo e Dafne
Autore: Luca Cambiaso
Datazione: 1560 ca.
Collocazione: Genova, Palazzo Vincenzo Imperiale-Campetto
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Dafne e Apollo
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Dafne
Attributi: faretra (Apollo); mani in forma di rami d’alloro, piede destro in radice (Dafne)
Contesto: bosco con ruderi antichi sullo sfondo
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: SopraniR., Le Vite de' Pittori, Scoltori ed Architetti genovesi e de' forestieri che in Genova operarorono, per Giuseppe Bottaro, Genova 1674, pp. 38-39; Soprani R.- Ratti C.G., Le Vite de’ Pittori, Scoltori ed Architetti genovesi, Stamperia Casamara, Genova 1768, I, pp. 81-82; Ratti C.G., Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova. Descrizione delle pitture, sculture, e architetture ecc. che trovansi in alcune città, borghi, castelli delle due riviere dello Stato Ligure, dalle stampe di Paolo e Adamo Scionico, Genova 1780, pp. 318-319; Alizeri F., Guida artistica per la città di Genova, presso Gio Grondona Q. Giuseppe, Genova 1846-1847, II, pp. 577-589; Alizeri F., Guida illustrativa per la città di Genova, Luigi Sambolino, Genova 1875, pp. 29-31; Suida W., Genua, Seemann, Leipzig 1906, pp. 152-153; Venturi A., Storia dell’Arte Italiana, U. Hoepli, Milano 1934, IX, VII, p. 853; Suida Manning B.-Suida W., Luca Cambiaso. La vita e le opere, Meschina, Milano 1958, pp. 87-89; Davidson Reid J.-Rohmann C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 327
Annotazioni redazionali: Il Palazzo Vincenzo Imperiale a Genova venne progettato da Giovan Battista Castello, detto il Bergamasco, e dovette essere terminato attorno al 1560, data che si legge sul portale d’ingresso, questo presenta degli affreschi sulla facciata in chiaroscuro, Deità pagane e le Tre Grazie, realizzati dallo stesso Luca Cambiaso, essendo infatti quest’ultimo l’autore della decorazione pittorica interna, assieme al Bergamasco. In particolare al Cambiaso sono stati attribuiti due medaglioni sullo scalone interno che conduce ai piani superiori, raffiguranti Apollo e Cupido ed appunto Apollo e Dafne. Grazie ad un disegno a penna, raffigurante Apollo e Dafne, considerato preparatorio per il medaglione di Palazzo Imperiale, conservato al Louvre (n. inv. 9322) e firmato “Luca Cangiaso 1560”, è stato possibile datare anche gli affreschi interni attorno a questa data. L’iconografia di questo medaglione ad affresco è alquanto semplice: di nuovo ritroviamo qui la fusione di due momenti del racconto ovidiano, quello dell’inseguimento di Dafne da parte di Apollo, colpiti da Cupido dalla freccia dell’amore lui e da quella che fa rifuggirlo lei, con il momento dell’inizio della metamorfosi della ninfa. Apollo, infatti, caratterizzato dalla faretra dietro la schiena, è colto in movimento, sta rincorrendo Dafne, e per questo il suo mantello è gonfiato dal vento dietro le spalle; la ninfa, invece, vorrebbe fuggire ancora dal dio, ed il suo movimento non è del tutto concluso, tanto che la veste leggera svolazza ancora, ma già sembra trattenuta da qualcosa, la sua gamba destra rimane bloccata, fissa nel terreno, e le dita delle sue mani si stanno allungando in rametti d’alloro. Nonostante sia del tutto assente, qui, un qualsiasi riferimento al fiume, o alla personificazione del dio-fiume Peneo, padre di Dafne, che ne favorì la metamorfosi in albero d’alloro, per sfuggire ad Apollo e poter rimanere casta per sempre, è evidente che le preghiere di Dafne sono state qui comunque esaudite, e la ninfa già inizia a trasformarsi in alloro, cosicché il dio non potrà mai averla. Interessante è la scelta di presentare la figurazione frontalmente, con i due protagonisti che dal fondo emergono verso il primo piano, quasi a voler uscire dalla cornice del quadro, secondo un’invenzione opposta rispetto, ad esempio, a quella di Tintoretto a Venezia, dove i due protagonisti venivano presentati di spalle e da sotto in su.
Elisa Saviani