Titolo dell'opera: Apollo e Dafne
Autore: Agostino Veneziano da Baccio Bandinelli (?)
Datazione: 1515-18
Collocazione: New York
Committenza:
Tipologia: stampa
Tecnica: acquaforte, 234x176 mm
Soggetto principale: Dafne e Apollo
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Dafne
Attributi: faretra, arco (Apollo); mano sinistra in forma di ramo d'alloro, piedi in radici (Dafne)
Contesto: paesaggio campestre con fiume (?), rovine e città sullo sfondo
Precedenti: Liberale da Verona, Apollo e Dafne, xilografia, fine XV sec. (cfr. scheda opera 27); Albrecht Dürer (attr.), Apollo e Dafne, xilografia in C. Celtes, Quatuor Libri Amorum, Norimberga 1502 (cfr. scheda opera 28); Maestro IB e l’Uccello, Apollo e Dafne, xilografia, inizio XVI sec. (Cfr. scheda opera 29)
Derivazioni: Barthel Beham, Apollo e Dafne, acquaforte, 1520-1525 (Cfr. scheda opera 40)
Immagini:
Bibliografia: Stechow W., Apollo und Daphne, Studien der Bibliothek Warburg, Leipzig 1932; Giraud Y., La fable de Daphné. Essai sur un type de métamorphose végétale dans la littérature et dans les arts jusqu'à la fin du XVII° siècle, Droz, Ginevra 1969, p. 249, nota 3; Davidson Reid J.-Rohmann C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 326
Annotazioni redazionali: L'opera si pone evidentemente sulla scia di quelle che avevano probabilmente tratto ispirazione dall'incisione di Liberale da Verona della fine del Quattrocento (Cfr. scheda opera 27); quindi non si tratta di una raffigurazione di tipo narrativo, ma volta piuttosto a fissare il momento culminante del mito, anche se in questo caso, rispetto ai precedenti, la posizione dei due protagonisti è invertita, con Apollo sulla sinistra e Dafne sulla destra in primo piano e visti frontalmente.noltre, l'artista sembra aver qui fatto riferimento solamente alla composizione in generale, con i due protagonisti in primo piano, e Dafne colta nell'atto della trasformazione, ed un paesaggio animato sullo sfondo, poiché probabilmente non voleva raffigurare il momento classico dell'inseguimento: Apollo, qui, più che inseguire Dafne, sembra, infatti, stia cercando di afferrarla, per trascinarla sulla sua nuvola, e quindi condurla in cielo con lui. Il piede destro del dio è già sulla nuvola ed il sinistro si sta staccando da terra, egli allunga il braccio sinistro verso la ninfa per prenderla con sé, mentre il peso del suo corpo già è tutto puntato sulla gamba destra, a darsi la spinta definitiva per salire sulla nuvola. Tuttavia, mentre il corpo spinge verso sinistra, il suo volto si gira bruscamente verso Dafne, con un'espressione di sorpresa, la ninfa, infatti, gli sfugge, il suo corpo sembrerebbe piuttosto voler spingere verso destra, ma è già in atto la trasformazione che la bloccherà per sempre, che le negherà il movimento, e la renderà un vegetale. Mentre il braccio destro di Dafne, proseguendo la diagonale che parte dalla testa e dal braccio sinistro di Apollo, si muove verso l'angolo in alto a destra della composizione per sfuggire alla presa del dio, il suo braccio sinistro è piegato sopra la sua testa, ed è privo ormai dell'aspetto umano, così come i suoi piedi, che anziché assecondare questa spinta verso destra della parte superiore del corpo e del suo braccio destro, rimangono conficcati nel terreno, già radici.Perciò è interessante qui la contrapposizione fra le due spinte, cui danno vita i due personaggi, con la composizione che sembra aprirsi lungo due diagonali opposte, mentre di solito, il movimento del corpo di Apollo, nell'inseguimento, segue di riflesso quello di Dafne, lungo la stessa diagonale e nella stessa direzione. Agostino Veneziano mostra ormai una perfetta padronanza del modellato, ed un naturalismo nei movimenti e nelle espressioni, che sembra aver messo aver sfruttato tutti gli stentati tentativi precedenti, inoltre, i due personaggi sono raffigurati entrambi nudi, e caratterizzati solamente dagli attributi classici che ne favoriscono l'immediato riconoscimento, liberati ormai da qualsiasi orpello anacronistico.
Elisa Saviani