
Titolo dell'opera: Apollo e Dafne
Autore: Giovanni Antonio Bazzi, detto Il Sodoma
Datazione: 1511 circa
Collocazione: Worcester (Massachussets, USA), Worcester Art Museum, già di proprietà del visconte di Tanzia a Parigi, acquistato da Henniker-Heaton a Londra nel 1925
Committenza: Famiglia Chigi (?)
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela, 64x32,4 cm
Soggetto principale: Apollo e il serpente Pitone, Cupido colpisce Apollo con la freccia dell'amore
Soggetto secondario: la fuga di Dafne
Personaggi: Apollo, Dafne, Cupido, Pitone
Attributi: arco, faretra (Apollo); arco (Cupido)
Contesto: paesaggio campestre
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Jansen A., Leben un Werke des Malers G. A. Bazzi von Vercelli, genannt il Soddoma, Ebner & Seubert, Stuttgart 1870, p. 114; Frizzoni G., L'arte italiana del Rinascimento, Fratelli Dumolard, Milano 1891, p. 213; Cust H.R., Giovanni Antonio Bazzi, John Murray, Londra 1906, p. 388; Vavasour-Elder I., Tre pitture inedite del Sodoma, in "Rassegna d'arte senese", XVII, 1924, pp. 61-62; Henniker-Heaton R., Three pictures by Il Sodoma, in "The Burlington Magazine", XLVIII, Ottobre 1925, 271, pp. 195-196; Tozzi M., Il Sodoma, Tip. D'amico, Messina 1951, pp. 92-94; Berenson B., Italian Pictures of the Renaissance: Central Italian and North Italian Schools, Phaidon, Londra 1968, p. 409;Giraud Y., La fable de Daphné. Essai sur un type de métamorphose végétale dans la littérature et dans les arts jusqu'à la fin du XVII° siècle, Droz, Ginevra 1969, p. 248;Hayum A., Giovanni Antonio Bazzi, Il Sodoma, Garland Publishing, New York-Londra 1976, p. 135, cat. n. 12; Davidson Reid J.-Rohmann C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 326
Annotazioni redazionali: Il dipinto faceva parte di un gruppo di opere che avevano per soggetto alcune delle Metamorfosi descritte da Ovidio (Caduta di Fetonte, Pan e ninfa dormiente, Marte e Venere nella rete di Vulcano), che alla fine dell'Ottocento le fonti menzionavano di proprietà del visconte di Tanzia a Parigi. Ora, poiché nelle antiche descrizioni di Palazzo Chigi si faceva riferimento a dei lavori del Sodoma in una stanza con scene tratte da Ovidio, è stato ipotizzato che queste tele facessero parte in origine della decorazione di tale sala.In particolare, questo dipinto sembra avere non tanto una finalità narrativa, quanto piuttosto decorativa, oppure volta a fissare alcuni momenti salienti del racconto. L'artista, che sembra qui chiaramente orientato verso una ripresa di modelli e forme classiche, si concentra soprattutto sulla resa del corpo nudo di Apollo e sulla resa del vestito svolazzante di Dafne, allontanandosi quindi in modo netto da quei tentativi di modernizzazione il racconto mitologico che ancora si erano avuti nel corso del Quattrocento.Egli, inoltre, sembra aver fuso qui, in un'unica composizione, vari momenti distinti della favola descritta da Ovidio: in primo piano a sinistra riconosciamo, infatti, Apollo, nudo, come detto, ma coperto sulle spalle da un mantello rosso, con i suoi classici attributi della faretra e dell'arco nella mano sinistra, che ha appena ucciso il serpente Pitone, raffigurato come un drago alato, secondo l'iconografia più tradizionale, e che giace appunto morto ai suoi piedi, in basso a destra. In alto, in cielo, è qui raffigurato anche Cupido, che non compare nel racconto dell'episodio dell'uccisione del serpente Pitone da parte di Apollo, e che sembra invece puntare l'arco contro il dio per trafiggerlo probabilmente con la freccia che fa innamorare: il Bazzi ci presenta, perciò, in primo piano, due raffigurazioni solitamente distinte, si vedano ad esempio le edizioni illustrate delle Metamorfosi in volgare, con Apollo che uccide, o ha appena ucciso Pitone, da un lato, e sullo sfondo la disputa fra Apollo e Cupido. Tralasciando, quindi, il momento dello scontro verbale fra i due, in cui Apollo si vanta della sua recente impresa e si prende gioco del putto come arciere, Il Sodoma ha dipinto Cupido mentre, per vendicarsi delle parole di Apollo, sta per farlo innamorare di Dafne, che ha colpito invece con la freccia dell'odio, e perciò non acconsentirà all'amore del dio. Tuttavia, nonostante Apollo non sia stato ancora colpito, e non si sia ancora innamorato della ninfa, leggermente più indietro a destra riconosciamo Dafne, raffigurata come una menade o una ninfa sui vasi antichi, con i capelli e la veste leggera mossi dal vento, che già fugge il dio. Ed ancora, seppure in quest'opera il pittore non sembra volerci mostrare il momento della metamorfosi in atto, tuttavia sullo sfondo, al centro, fra Apollo e Dafne, riconosciamo un albero dal tronco snello, che potrebbe voler raffigurare la ninfa ormai completamente trasformata in albero d'alloro. Risulta, pertanto, evidente, che Il Sodoma ha concepito quest'opera secondo un gioco continuo di anticipazioni, o prefigurazioni, dei vari momenti salienti della vicenda, tralasciando tuttavia quello che era stato il momento più sfruttato e raffigurato nella precedente tradizione, cioè quello della concreta metamorfosi di Dafne in alloro, dando così vita ad una piccola opera inconsueta ed originale.
Elisa Saviani