Titolo dell'opera: La favola di Apollo e Pitone, e di Apollo e Dafne
Autore: Anonimo incisore veneziano della seconda metà del XV sec.
Datazione: 1497 circa
Collocazione: Giovanni Bonsignori, Ovidio Methamorphoseos vulgare, Zoan Rosso, Venezia 1497, f. 7r.
Committenza:
Tipologia:
Tecnica: incisione su legno (xilografia)
Soggetto principale: Apollo e Pitone, Apollo e Dafne
Soggetto secondario: Apollo e Cupido
Personaggi: Apollo, Pitone, Dafne, Cupido
Attributi: arco e freccia (Apollo); faretra al fianco (Apollo); corpo di drago alato e coda di serpente (Pitone); tronco d’alloro sulla testa, rami al posto delle mani (Dafne); arco e faretra in vita (Cupido)
Contesto: paesaggiocampestre con fiume e città turrita sullo sfondo
Precedenti:
Derivazioni: Anonimo incisore veneziano, Apollo ed il serpente Pitone, Apollo e Dafne, in Nicolò degli Agostini, Ovidio Metamorphoseos in verso vulgar, Venezia 1522, f. A 8v. (Cfr. scheda opera 38); Giovanni Antonio Rusconi, La morte di Pitone ed Apollo e Dafne, in Lodovico Dolce, Le Trasformationi, Gabriele Giolito de' Ferrari, Venezia 1553 (II ed.), f. B 2r. (Cfr. scheda opera 51)
Immagini:
Bibliografia: Giraud Y., La fable de Daphné. Essai sur un type de métamorphose végétale dans la littérature et dans les arts jusqu'à la fin du XVII° siècle, Droz, Ginevra 1969, pp. 171-172, 251-252; Margiotta A.- Mattirolo A., Il mito di Apollo e Dafne, in Giorgione e la cultura veneta tra 400 e 500. Mito, allegoria, analisi iconologica, De Luca, Roma 1981, p. 163
Annotazioni redazionali: Ci troviamo di fronte ad un prototipo che verrà ripreso nella maggior parte delle successive edizioni a stampa delle Metamorfosi di Ovidio, anche dopo il 1522, e l’edizione illustrata di Agostini. L'incisore ha voluto qui illustrare tre momenti della storia di Apollo narrata da Ovidio nel primo libro delle Metamorfosi, tre momenti che si svolgono secondo una determinata successione, che qui sembra sia stata perfettamente rispettata: sulla sinistra in primo piano, a dimostrazione che all'episodio viene data la stessa importanza del successivo a destra, è raffigurato Apollo, con una sorta di armatura romana all'antica, e ai suoi piedi il serpente Pitone, che il dio deve aver ucciso da poco, tanto che ha ancora l'arco nella sinistra, e sembra che abbia appena tirato fuori della faretra la freccia nella destra per finirlo. Sullo sfondo, invece, quasi al centro della xilografia, l'artista ha raffigurato la disputa sulle nuvole fra Apollo ed il piccolo Cupido, in cui Apollo si vanta della sua ultima impresa, e sostiene che Cupido, sebbene porti l'arco, non sia in grado di eguagliarlo. A questo punto l'incisore sembra aver sorvolato sulla fase successiva della vicenda, in cui Cupido, per vendicarsi di Apollo, lo colpisce con la freccia che fa innamorare e trafigge invece Dafne con la freccia dell'odio, per passare direttamente all'epilogo della storia d'amore. Sulla destra in primo piano, infatti, Apollo parrebbe aver quasi raggiunto la sua amata in fuga da lui, che sembra costretta a rallentare la sua corsa a causa di un fiume davanti a lei, tuttavia, Dafne inizia pian piano a trasformarsi in albero d'alloro, ed il dio non potrà mai averla.Dafne, infatti, decisa a rimanere fedele al suo voto di castità, giunta in prossimità del fiume Peneo, suo padre, aveva chiesto aiuto per riuscire a scampare al dio: vediamo qui, perciò, come il padre aiuti la ninfa, accordandole la metamorfosi in alloro. in quest'incisione notiamo un'evoluzione verso un ritorno alla forma classica, connessa al contenuto classico del mito, e quindi un rifiuto di modernizzazione della raffigurazione; inoltre, nonostante un qualche legame con le miniature nordiche, vedi ad esempio il tronco d'albero che cresce sulla testa di Dafne vicino ad una miniatura dell'Epitre d'Othéa, maggiore è qui il naturalismo nella composizione e nei gesti dei personaggi.
Elisa Saviani