
Titolo dell'opera: Dafne in alloro
Autore: Anonimo pittore di cassoni fiorentino della prima metà del XV sec.
Datazione: 1450 circa
Collocazione: Londra, Collezione del Conte di Harewood. Già in Casa Frescobaldi a Firenze
Committenza: Famiglia Frescobaldi di Firenze (?)
Tipologia: pannello di cassone
Tecnica: tempera su tavola
Soggetto principale: Dafne e Apollo
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Dafne
Attributi: corpo in forma di tronco d'alloro (Dafne)
Contesto: paesaggio campestre con fiume e rocce
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Schubring P., Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italianen Frührenaissance, Hiersemann, Leipzig 1923, I, p. 258, cat. n. 155; Giraud Y., La fable de Daphné. Essai sur un type de métamorphose végétale dans la littérature et dans les arts jusqu'à la fin du XVII° siècle, Droz, Ginevra 1969, p. 245
Annotazioni redazionali: L'artista ha qui raffigurato l'esito della favola, di cui già aveva descritto un momento preciso, quello dell'inseguimento di Dafne da parte di Apollo, in un altro pannello appartenente allo stesso cassone, che tuttavia da solo non avrebbe consentito il riconoscimento del mito illustrato. Apollo, che indossa gli stessi abiti quattrocenteschi dell'altro pannello, permettendo così di ricollegare questa raffigurazione allo stesso racconto, non è qui riuscito a raggiungere in tempo la sua amata Dafne. La fanciulla, infatti, che aveva fatto voto di castità a Diana, e che inoltre era stata colpita dalla freccia dell'odio da Cupido, ormai stremata, giunta in prossimità del fiume, che compare in entrambi i pannelli, e che doveva simboleggiare il padre della fanciulla, il dio-fiume Peneo, ha appunto implorato il padre di salvarla dalle brame del dio, ed è stata trasformata in albero d'alloro. Dafne è ormai un tronco d'albero, e del suo precedente aspetto non resta che la testa umana applicata qui in modo del tutto innaturale alla cima dell'albero: ad Apollo, perciò, non resta che abbracciare piangente il tronco dell'alloro. La scena è triste e malinconica, ma nulla esclude che, di là da una funzione prettamente decorativa, entrambe i pannelli volessero in realtà alludere all'amore casto, impersonato da Dafne, che per rimanere fedele al suo voto e non cedere al dio, accetta di essere trasformata in alloro, ed alla fine "trionfa" sulla voluptas impersonata da Apollo. Tale invito ad abbracciare sempre un amore casto, poteva, in effetti, ben addirsi al dono per una fanciulla prossima alle nozze.
Elisa Saviani