07: Apollo e Dafne

Titolo dell'opera: Apollo e Dafne

Autore: Anonimo cesellatore attico della metà del II sec. d.C.

Datazione: 150 d.C. circa

Collocazione: Atene, Ceramico (dalla tomba QO 3 del Ceramico)

Committenza:

Tipologia: specchio in bronzo (danneggiato)

Tecnica: impressione del bronzo

Soggetto principale: Dafne e Apollo

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Dafne, personificazione di un fiume (?)

Attributi: arco e freccia (Apollo), faretra (Apollo); mani in forma di rami di alloro (Dafne); urna (?) (fiume ?)

Contesto: paesaggio campestre

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1986, III, 1, p. 347, cat. n. 38

Annotazioni redazionali: Si tratta di uno specchio bronzeo, non in perfetto stato di conservazione, ritrovato nel cimitero del Ceramico, ad Atene, fra gli oggetti che facevano parte di un corredo funerario. La scelta del mito di Dafne potrebbe ricollegarsi alla credenza di una vita successiva dopo la morte, giacché Apollo, quando la ninfa si è già trasformata in alloro, stabilisce che tale pianta sia a lui sacra e viva in "eterno", ossia sia sempreverde e non secchi mai. L'artista attico ha qui raffigurato l'istante in cui Apollo, caratterizzato dalla faretra e dall'arco con freccia, riesce finalmente ad afferrare il braccio di Dafne, e a fermarne la fuga. Tuttavia, la metamorfosi della ninfa è già in atto: Dafne, che conserva per lo più un aspetto ancora femminile, si volta a guardare il dio che l'ha raggiunta, ma sa che ormai è salva, in quanto le sue preghiere sono state ascoltate e sta per essere trasformata del tutto in un albero d'alloro. Interessante è la presenza di una figura di sesso imprecisato in secondo a piano a sinistra: vista di spalle, sembra sdraiata a terra e voltarsi ad osservare la scena in primo piano. Ora, se l'oggetto che s'intravede a destra di questo personaggio è un'urna, potrebbe trattarsi della personificazione di un fiume, o ancor meglio del Peneo, il dio-fiume padre di Dafne: è proprio quest'ultimo, infatti, che nella favola permette la trasformazione della ninfa, quando questa, ormai quasi raggiunta, implora di essere salvata da Apollo.

                                                                                           Elisa Saviani