45: Apollo e Dafne

Titolo dell'opera: Apollo e Dafne

Autore: Andrea Meldolla, detto Lo Schiavone

Datazione: 1538-1540 circa

Collocazione:

Committenza:

Tipologia: stampa

Tecnica: acquaforte

Soggetto principale: Dafne e Apollo            

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Dafne, Peneo

Attributi: faretra, arco (?) (Apollo); mani in forma di rami d’alloro, piedi in forma di radici (Dafne); corona di foglie (Peneo)

Contesto: bosco con fiume

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Richardson F.L., Andrea Schiavone, Clarendon Press, Oxford 1980, pp. 99-100, cat. 100; Davidson Reid J.-Rohmann C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 327

Annotazioni redazionali: Sembra che in questa incisione lo Schiavone sia tornato su di una sua invenzione precedente, cercando di conferire ad una scena, che sembrava eccessivamente statica, maggior movimento. Anche in questo caso, come in una sua incisione leggermente anteriore, i due protagonisti sono spinti quasi sul limite del primo piano, avendo poca possibilità di movimento nello spazio ristretto, ma l’aver aggiunto mantello gonfiato dal vento ad Apollo, e l’aver sciolto i capelli all’aria a Dafne, rappresentano qui delle importanti innovazioni nel rendere l’idea del movimento, cosicché sembra che il dio abbia appena rallentato la sua corsa per raggiungere la ninfa, convinto ormai di poterla afferrare con la destra, mentre sembra che Dafne voglia ancora fuggire, spingendosi con il busto verso sinistra, non rendendosi conto che la sua trasformazione è già iniziata, che le sue gambe ormai sono fisse nel terreno, e quindi che le sue preghiere al padre Peneo sono state ascoltate. Il dio-fiume, infatti, che ha un ruolo così importante nella metamorfosi della figlia, è stato raffigurato sdraiato ai piedi di Dafne, anzi sembra quasi che lei gli stia sopra, e cerchi così il suo aiuto. Ciò che colpisce, comunque, in quest’incisione, rispetto alla precedente, è una maggiore cura nella resa del contesto e del paesaggio, così come dell’atmosfera, volta probabilmente ad ottenere una sensazione di pathos, e quindi una più intensa partecipazione da parte dell’osservatore: per ottenere tale effetto è evidente che l’artista ha qui utilizzato un sistema d’incisione più intricato e complesso, rispetto alla prima prova su questo tema, caratterizzata invece da un tratto molto sottile e delicato.

Elisa Saviani