13: Mercurio e Batto

Titolo dell’opera: Paesaggio con Apollo e Mercurio  

Autore: Claude Lorrain

Datazione: 1645

Collocazione: Roma, Galleria Doria-Pamphilj

Committenza:   

Tipologia: dipinto                                                      

Tecnica:  olio su tela (55x45)

Soggetto principale: Apollo guarda le greggi di Admeto e Mercurio che le ruba

Soggetto secondario:

Personaggi: Mercurio, Apollo

Attributi: strumento musicale (Apollo); elmo alato, caduceo, ali ai piedi (Mercurio)

Contesto: paesaggio pastorale con rovine

Paesaggio: 

Derivazioni:

Immagini: http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/c/claude/index.html

Bibliografia: Rothlisberger M., Claude Lorrain, Yale University press, New Haven 1961, vol. 1, pp. 249, 252; vol. 2, fig. 172; Cecchi D. (a cura di), L’opera completa di Claude Lorrain, Classici dell’Arte Rizzoli, Milano 1975 p. 105, n. 155

Annotazioni Redazionali: Lorrain realizza almeno quattro versioni di questo tema. Questo dipinto è il primo tra i cinque realizzati per il principe Camillo Pamphilj, cardinale nel 1644, titolo a cui rinuncerà per sposarsi nel 1647. Per decorare l’odierno Casino Doria Pamphilj, egli commissionò a Lorrain alcune opere tra il ‘46 e il ‘48-’50.  La scena rappresenta il momento in cui Mercurio riesce a rubare le giovenche ad Apollo, visibilmente attento più alla musica e all’ispirazione che non alle mandrie, come testimoniato da molti fonti rinascimentali (Cfr. Batfr03).Insolitamente, il dio non suona la lira o il flauto come nelle altre versioni del mito realizzate dal pittore, ma un moderno violino. Ovidio dice che Apollo era “assillato dall’amore” (Cfr. Batfc03), il che spiegherebbe l’atteggiamento nostalgico del Dio. Nonostante l’usuale predominanza del paesaggio sulla figura, il personaggio di Apollo è particolarmente visibile per dimensioni, colori e posizione. In accordo con le fonti sono il colore delle giovenche – bianche –  e il fatto che Mercurio non sia ancora trasformato in pastore. Si ritiene che il dipinto facesse pendants con il “Paesaggio di Cefalo e Procri riuniti da Diana”, ma l’unico trait d’union sarebbe l’inconsapevolezza delle vittime che subiscono il danno.  La presenza del grosso albero centrale si può ricollegare all’affresco di Domenichino nella Villa Aldobrandini a Frascati, cui Lorrain si ricollega anche per la particolare versione del mito prescelta (Cfr. scheda opera 09).

Francesca Pagliaro