Titolo dell'opera: Bacco e i pirati tirreni
Autore: maestranze africane
Datazione: 250-270 d. C.
Collocazione: Tunisi, Museo del Bardo
Committenza:
Tipologia: decorazione pavimentale
Tecnica: mosaico policromo
Soggetto principale: Bacco punisce i pirati tirreni
Soggetto secondario:
Personaggi: Bacco, Sileno, Menade, uomo del corteo di Bacco, pirati tirreni, delfini,
Attributi: leopardo, tirso (Bacco); pinguedine, corona d’edera (Sileno); corona d’edera, tirso (Menade); corona d’edera, bastone ricurvo (uomo del corteo di Bacco); delfini (pirati)
Contesto: ambiente marino
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://12koerbe.de/pan/symbol/mos-06.htm#Ausschnitt
Bibliografia: Romanelli P., Topografia e archeologia dell’Africa romana, in Enciclopedia classica, sezione III, X vol., a cura di Arias P. E., Torino 1970, pp. 330-331; Bianchi Bandinelli R., Roma. La fine dell’arte antica, Milano 1988, pp. 231-232.
Annotazioni redazionali: Il mosaico, appartenente ad una casa di Thugga ed ora conservato al Museo del Bardo di Tunisi, è databile alla seconda metà del III secolo, periodo in cui la città ebbe una particolare fioritura urbanistica. La casa era connotata da riferimenti acquatici: nel cortile porticato erano infatti presenti dei bacini d’acqua e i pavimenti erano decorati con mosaici di soggetto marino. Tra questi vi è l’episodio di Bacco e i pirati tirreni. Il mosaico rappresenta il momento centrale del mito, quello della rivelazione della natura divina di Bacco e la conseguente punizione dei suoi offensori. Al centro della scena troviamo il dio che, in piedi sulla barca, brandisce con gesto minaccioso il tirso, suo tradizionale attributo, verso uno dei pirati. Quest’ultimo è in parte trasformato in delfino, mentre le gambe sono ancora umane. Un leopardo infatti tenta di azzannargliele per impedirgli di gettarsi in mare. Questo particolare è presente nelle Imagines di Filostrato il Vecchio (Acefc07), anche se non è possibile stabilire una connessione diretta con tale fonte. Sulla barca, accanto al dio, ci sono anche Sileno, seduto sulla destra, nudo e con la testa coronata di edera ed un uomo, apparentemente non un satiro perchè non presenta zampe caprine, ed una donna, una Menade, del corteo di Bacco, anch’essi coronati di edera e con in mano rispettivamente un bastone ricurvo ed un tirso. Accanto all’episodio di Bacco si trova quello di Ulisse e le Sirene, come avviene nel frammento di un fregio proveniente da Villa Adriana (Cfr. scheda opera 04). Alcuni critici hanno interpretato i due miti come strettamente connessi dal punto di vista simbolico in quanto le Sirene, per il loro canto, possono essere associate al culto bacchico. Bisogna notare però che i due miti non furono rappresentati insieme molto frequentemente. Secondo Romanelli (1970), la favola di Bacco e i pirati tirreni, come i soggetti marini in genere, ha una valenza puramente decorativa ed è riconducibile a riti e credenze diffusi dal II al IV sec. in ambito romano ed africano. Per quanto riguarda quest’ultimo, è stata notata l’assenza di miti desunti dall’epica omerica, ad eccezione del mito in questione e di quelli legati alla giovinezza di Achille.
Silvia Trisciuzzi