05: Apollo e Dafne

Titolo dell'opera: Apollo e Dafne

Autore: Anonimo pittore pompeiano del I sec. d.C.

Datazione: 70-79 d.C.

Collocazione: Napoli, Museo Nazionale, proveniente da Pompei

Committenza:

Tipologia: pittura murale

Tecnica: tempera

Soggetto principale: Dafne e Apollo

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Dafne

Attributi: faretra (Apollo); mano in forma di rametti d'alloro (Dafne)

Contesto: paesaggio campestre (?)

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Helbig W., Wandegemälde der vom Vesuv verschüttelten Städte Campaniens, Leipzig 1868, n. 216; Reinach S., Répertoire de Peintures grecques et romaines, Parigi 1922, p. 27, n. 1; Giraud Y., La fable de Daphné. Essai sur un type de métamorphose végétale dans la littérature et dans les arts jusqu'à la fin du XVII° siècle, Droz, Ginevra 1969, p. 76

Annotazioni redazionali: Questo dipinto esemplifica un'ulteriore tipo di iconografia diffusa fra gli artisti attivi a Pompei, anche se in maniera minore rispetto ad altre raffigurazioni del mito. Qui non vengono ancora proposte la fuga e l'inseguimento, piuttosto vi riconosciamo il momento in cui Apollo riesce ad afferrare Dafne dopo la corsa, tanto che i loro mantelli svolazzano ancora, e la stringe tra le sue braccia. La ninfa, si è gettata a terra per la fatica, ma non sembra ancora rassegnata a soccombere al dio, cerca, infatti, di divincolarsi, ma il suo sguardo terrorizzato, e soprattutto l'espressione di sorpresa di Apollo, lasciano presagire il successivo sviluppo della vicenda, suggerito dall'improvvisa trasformazione delle dita della mano destra della ninfa, sollevata sopra la sua testa, in rami d'alloro. Si tratta di un esempio di raffigurazione certamente più narrativo di quello con uno dei due protagonisti seduti, e principalmente volto al coinvolgimento patetico dell'osservatore nella storia della povera Dafne perseguitata.

                                                                                            Elisa Saviani