01: cavallo e leone

Titolo dell’opera: Il cavallo e il leone

 

Autore:

 

Datazione: 1479

 

Collocazione:Aesopus moralizatus, in Verona, presso G. ed A. Alvise

 

Committenza:

 

Tipologia: incisione

 

Tecnica: xilografia

 

Precedenti:

 

Derivazioni: lunetta di analogo soggetto del "Giardino Segreto" di Palazzo Te e della "Stua de la famea" del Castello del Buonconsiglio

 

Bibliografia: E. Caprotti, L’iconografia delle favole esopiche, in "L’esopo", 1986, pp. 59-67; L. Donati, Dell’edizione veronese dell’Esopo, in "La bibliofilia", LXXX, 1978, pp. 47-55;L. Donati, Osservazioni sull’Esopo di Verona, 26 giugno 1479, in “Gutenberg Jahrbuch”, 1976, pp. 138-46; L. Kűster, Illustrierte Aesop-Ausgaben des 15. und 16. Jarhunderts, Hamburg, 1970; G. Mardersteig, Liberale ritrovato nell’Esopo veronese del 1479, Verona, 1973; G. B. Pighi (a cura di), Le favole di Esopo stampate in latino con la versione italiana di Accio Zucco e le figure dell’edizione veronese del MCCCCLXXIX, di nuovo incise in legno e colorate da un esemplare del Museo Britannico, Verona, 1973

 

Annotazioni redazionali: L’asino del racconto esopiano viene sostituito, nella tradizione medievale, dal più nobile cavallo. Per il resto la vicenda rimane sostanzialmente immutata, come si evince dal volgarizzamento trecentesco di Accio Zucco da Sommacampagna, poi ripreso dall’Esopo veronese del 1479:

 

"Plasturando el cavallo in un bel prato, / venne el leon per volerlo mangiare

e sue parole prese a simulare: / "Medico sum ne l’arte amaistrato.

Si tu vien meco te farò beato". / Ma pria el cavallo prese in sé a pensare

Al frodo e per voller quel ingannare / disse: "Credo che Dio te ha qui mandato.

Malatia grande nel mio piede sento". / El leon volendo monstrar medecina,

quel con soi calci li dette tormento, / unde soi membra sopito declina.

Disse el leon: "per falso pensamento / sostengo male e grave disciplina".

Non voler fare quel che tu non sei, / che tu non cadi ne li excessi rei."

 

(Si riporta il solo "sonetto materiale" daLe favole di Esopo, stampate in latino con la versione italiana di Accio Zucco e le figure dell’edizione veronese del 1479, a cura di G. B. Pighi, Verona, 1973)