01: gallo e pietra preziosa

Titolo dell’opera: Il gallo e la pietra preziosa

Autore: Antonio Averlino, detto Filarete

Datazione: 1434-1445

Collocazione: Città del Vaticano, Porta di San Pietro, anta sinistra, bordo destro

Committenza: Eugenio IV Condulmer (1431-43)

Tipologia: rilievo bronzeo

Tecnica:

Precedenti:

Derivazioni:

Bibliografia: C. Cieri Via, La casa del Sole. Fonti e modelli per un’iconografia mitologica, in Le due Rome del Quattrocento, catalogo della mostra, Roma, 1996, pp. 245-55; C. Lord, Solar imagery in Filarete’s doors to St. Peter’s, in "Gazette des Beaux-Arts", LXXXVII, 118, 1976, pp. 143-50; E. Parlato, Il gusto all’antica di Filarete scultore, in Da Pisanello alla nascita dei Musei Capitolini, catalogo della mostra, Roma, 1988, pp. 115-23; H. Roeder, The borders of Filarete’s bronze doors to St. Petere’s, in "Journal of the Warburg and Courtauld Institutes", XXXIV, 1971, pp. 96-114; J. R. Spencer, Filarete’s bronze doors at St. Peter’s, in Collaboration in Italian Renaissance Art, New Haven and London, 1978; G. Vasari, Le Vite de’ più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani, a cura di L. Bellosi e A. Rossi, Torino, 1986.

 

Annotazioni redazionali: L’iconografia, in adesione ad una variante che si attesta nella principale raccolta esopiana di età medievale, l’Aesopus communis, e nei suoi fortunati volgarizzamenti, sostituisce la perla con una pietra preziosa. Si veda, ad esempio, la versione del racconto di Accio Zucco di Sommacampagna, risalente al XIV secolo:

 

"Dice il maestro ch’el gallo, raspando / dentro il letame per trovar del grano,

meravegliosse che gli venne a mano / una preciosa pietra, ed el parlando

disse: O preciosa cosa, in quanto bando / sei posta e scosa in loco sì villano.

S’el te havesse uno artifice soprano, / traria di te sua vita lieto stando.

Per me non fai, ed io di te non curo; / amarei più di te cosa men richa,

che de la fame mi fesse securo. / E così sempre lo ignorante pica

contrario di fortuna dov’è il curo / de l’aspra povertà che ognihor l’impicha.

Sì come il gallo sprezza tal semenza, / così disprezza il matto la scienza."

(Si riporta il solo "sonetto materiale" daLe favole di Esopo, stampate in latino con la versione italiana di Accio Zucco e le figure dell’edizione veronese del 1479, a cura di G. B. Pighi, Verona, 1973)