01: cane con la carne in bocca

Titolo dell’opera: Il cane con la carne in bocca

Autore: scuola umbra ("Maestro del Farneto"; "Pittore espressionista di Santa Chiara")

Datazione: ultimissimi anni del XIII sec.

Collocazione: Perugia, Palazzo dei Priori, Sala dei Notari

Committenza: Comune perugino

Tipologia: dipinto

Tecnica: affresco

Precedenti:

Derivazioni:

Bibliografia: M. Boskovits, Gli affreschi della Sala dei Notari a Perugia e la pittura in Umbria alla fine del XIII secolo, in "Bollettino d’arte", 1981, 9, pp. 1-41; V. Branca (a cura di), Esopo toscano, dei frati e dei mercanti trecenteschi, Venezia, 1989; C. Frugoni, Favola, EAM, VI, 1995, pp. 102-4; J. B. Riess, Uno studio iconografico della decorazione ad affresco del 1297 nella Sala dei Notari, in "Bollettino d’arte", LXVI, VI, 9, 1981, pp. 42-58; J. B. Riess, Political Ideas in Medieval Italaian Art, Ann Arbor, 1981; P.Scarpellini, Osservazioni sulla decorazione pittorica della Sala dei Notari, in F. F. Mancini (a cura di) Il Palazzo dei priori, Perugia, 1997, pp. 211-34

Annotazioni redazionali: La versione qui rappresentata mostra una maggiore articolazione rispetto al racconto classico; oltre alla presenza del ponte, non menzionato dalle fonti antiche, si segnala l’intervento di un secondo animale, che s’impadronisce del pezzo di carne abbandonato dal cane alle prese con la propria immagine riflessa nell’acqua. Tutti questi elementi trovano una puntuale spiegazione nel testo corrispondente dell’Esopo toscano, uno dei principali volgarizzamenti dell’Aesopus communis, risalente sempre al XIII secolo:

 

"Avendo il cane trovato e rapito uno pezzo di carne in alcuna parte, e volendosi dilungare dal luogo dove aveva fatto il male e uscendo della terra e andando a una acqua e tenendo la via sopra il ponte dell’acqua con la carne in bocca, guardò nell’acqua e vide la sua ombra; e stimatasi essere un altro cane con troppo maggiore pezzo di carne. Onde, mosso ad invidia, lasciò la vera e la propria carne e andò ad abaiare al cane il quale gli pareva vedere. Avenne uno altro cane intanto per sua buona ventura a passare sopra il detto ponte: truova la carne e via che se ne la porta. E così rimase lo ‘ngordo scornato." (Esopo toscano dei frati e dei mercanti trecenteschi, a cura di V. Branca, Venezia, 1989)