
Titolo dell'opera: Pasiphae, Dedalo e la sua creatura
Autore:
Datazione: 130/160 d.C.
Collocazione: Roma, Palazzo Spada, Galleria della Meridiana
Committenza:
Tipologia: scultura
Tecnica: bassorielievo in marmo
Soggetto principale: Pasifae, Dedalo e la sua creatura
Soggetto secondario:
Personaggi: Pasifae, Dedalo, vacca
Attributi: sega (Dedalo)
Contesto: interno
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.utexas.edu/courses/mythmoore/imagefiles14/pasiphae.html
Bibliografia: De Franciscis A., ad vocem “Dedalo” in Enciclopedia dell’arte antica, classica e orientale, Roma 1960, vol. III, pp. 16-17; Neppi L., Palazzo Spada, Editalia, Roma 1975, pp. 144-146.
Annotazioni redazionali: questo rilievo fa parte di una serie di rilievi mitologici rinvenuti nel 1620 durante i lavori di restauro alla rampa della basilica di Sant’Agnese fuori le mura ordinati dal cardinale Fabrizio Verralli. Arrivarono a Palazzo Spada come dote di matrimonio della marchesa Maria Veralli andata in sposa a Orazio Spada, il quale abitava lì già dal 1633. Tutti i rilievi presentano larghe zone di restauro con integrazioni abbastanza corrette. Probabilmente erano ornamento di una villa romana; la plasticità corposa delle figure (panneggio di Pasifae) temperata da inserti di tipo pittorico e l’intimismo che assumono i protagonisti del mito hanno fatto pensare ad una datazione all’età di Adriano o al primo periodo degli Antonini. È rappresentato l’episodio in cui Dedalo consegna a Pasiphae la vacca lignea da lui progettata per potersi accoppiare con il toro di cui è innamorata. Questa parte del mito non viene presa in considerazione da Ovidio, ma si ritrova nella Biblioteca di Apollodoro (Pasfc01). Rispetto alle altre rappresentazioni di questo episodio (Cfr. scheda opera 01 e scheda opera 02), qui la vacca sembra essere una vacca vera e non un escamotage per l’accoppiamento contro natura. L’unico elemento che facilita la comprensione dell’immagine è il lavoro che Dedalo sta ancora compiendo su di essa, come si deduce dal movimento del braccio destro.
Daphne Piras