
Titolo dell'opera: Dedalo presenta la vacca lignea a Pasiphae
Autore:
Datazione: 70 d.C. ca.
Collocazione: Pompei, Casa dei Vetii, triclinio, parete nord
Committenza:
Tipologia: dipinto murale
Tecnica: affresco (quarto stile pompeiano)
Soggetto principale: Dedalo presenta la vacca lignea a Pasiphae
Soggetto secondario: artigiano lavora in basso a sinistra
Personaggi: Dedalo, Pasiphae, artigiano
Attributi: vacca (Pasiphae); strumenti da artigiano (Dedalo)
Contesto: officina di Dedalo
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.theoi.com/image/F44.1Pasiphae.jpg
Bibliografia: De Franciscis A., ad vocem “Dedalo”, in Enciclopedia dell’arte antica, classica e orientale, Roma 1960, vol. III, pp. 16-17; Magi G., Tutta Pompei: la città risorta, Bonechi, Firenze 1973, pp. 38-39; De Carolis E., Dei ed eroi nella pittura pompeiana, L'Erma di Bretschneider, Roma 2000, pp. 56-57.
Annotazioni redazionali: La Casa dei Vettii presenta due quartieri ben distinti: quello dei proprietari, ricchi mercanti, e quello della servitù. La decorazione murale appartiene al IV stile, con architetture fantastiche e soggetti mitologici ed eroici dipinti dopo il terremoto del 62 d.C. Questo pannello è l’unico a Pompei con la rappresentazione di Dedalo che consegna la vacca lignea a Pasiphae. La scena è ambientata nella bottega dell’artigiano: è infatti presente un collaboratore che continua a lavorare in primo piano sulla sinistra. Questo pannello si può inserire nel filone del Quarto Stile della II metà del I secolo d.C. delle scaenae frontes nelle quali le composizioni coprono l’intera parete con complesse architetture ad ampie aperture e presentano in primo piano personaggi a figura intera. L’intero affresco è dominato da toni bruni e da forti chiaroscuri che danno una maggiore corporeità alle figure. La resa dei panneggi è plastica così come viene rappresentata la schiena di Dedalo con un’attenzione anatomica. L’ignoto artista dipinge la mucca su una sorta di carrello per svelare l’espediente di cui è stato capace Dedalo per far accoppiare Pasiphae con il toro di cui è innamorata. L’episodio qui ritratto ha una sua fortuna nelle fonti letterarie grazie ad Apollodoro e alla sua Biblioteca (Pasfc01); Ovidio non lo riporta nelle Metamorfosi.
Daphne Piras